Sabbia da ex poligoni nucleari nel Sahara, Arpa esclude anomalie

Sabbia da ex poligoni nucleari nel Sahara, Arpa esclude anomalie

AMBIENTE La caduta della sabbia proveniente anche dalla zona del deserto del Sahara usata dalla Francia per alcuni test nucleari negli anni Sessanta e trasportata dal vento nelle settimane scorse, sulle Alpi tra Italia e Francia, non ha causato anomalie nella radioattività ambientale. È la conclusione del monitoraggio condotto da Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale).

In Piemonte – spiega Arpa – «sia la rete di allerta basata su 29 sensori Geiger-Mueller che funzionano in tempo reale, che le più sofisticate analisi di spettrometria gamma e conteggio alfa/beta totale eseguite giornalmente presso le stazioni di Vercelli e Ivrea, hanno fornito sempre risultati nella norma».

«D’altra parte – prosegue Arpa – l’eventualità che tracce significative di radioattività artificiale legate alle sabbie sahariane possano depositarsi alle nostre latitudini è da escludere: infatti pur essendoci ancora nel Sahara algerino, nei suoli dei siti sede dei poligoni nucleari francesi, consistenti livelli di radionuclidi derivanti dai test effettuati (Cs-137, Sr-90 e transuranici), la frazione fine di particolato trasportabile non contiene livelli di radioattività sufficienti per causare un incremento significativo dei livelli in aria, tali da essere misurati anche dai sistemi più sofisticati in uso».

Anche le rilevazioni effettuate dall’agenzia francese per l’ambiente, con l’analisi diretta della sabbia ricaduta al suolo hanno consentito – conclude Arpa – «di ottenere sensibilità molto maggiori rispetto a quelle possibili con un prelievo del particolato atmosferico su filtro» ma «la quantità di radioattività depositata al suolo a seguito di questi eventi è comunque assai esigua, meno dello 0,1% di quanto già è normalmente presente nei nostri suoli».

Ansa

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