LUTTO La morte di Paolo Sacchetto, avvenuta lunedì 26 all’ospedale di Verduno, ha destato varie reazioni nella comunità albese. Per molti anni fu amministratore delegato del centro di riabilitazione Giovanni Ferrero. Rimase coinvolto nelle vicende giudiziarie relative al crac dell’ente, con accuse di bancarotta fraudolenta, falso in bilancio e distrazione di denaro.
Ponzio: «Ci legava una grande amicizia»
L’avvocato Roberto Ponzio ha ricordato Sacchetto con commozione: «Eravamo legati da una lunga amicizia nata nelle aule scolastiche. È stato il mio compagno di banco alle elementari e alle medie. Abitavamo a pochi passi di distanza, lui in via Gioberti io in via Pierino Belli. Giocavamo a calcio nella stessa squadra, lui in difesa, io in attacco. Ci divideva la passione sportiva, lui del Toro, io della Juve. Sono stato suo testimone di nozze. Le sue condizioni di salute sono purtroppo peggiorate negli ultimi giorni. Vicissitudini giudiziarie lo avevano profondamente amareggiato, essendo peraltro convinto di aver cercato di realizzare buone idee. Mi riferisco, del resto, al progetto di creare in Alba il Medical center, che avrebbe potuto costituire una struttura d’eccellenza per la cura dell’alzheimer e delle patologie neurologiche e psichiatriche».
Morabito: «Con lui rapporti lavorativi, spiace per la morte»
Il ricordo dell’ex direttore dell’Asl Cn2, Francesco Morabito, riguarda soprattutto l’ambito professionale: «Lavorando nella sanità, abbiamo avuto modo di collaborare e confrontarci per molto tempo. Occuparsi delle persone fragili è stato, per lui, un impegno forte. I nostri sono stati rapporti istituzionali, insieme abbiamo cercato di fare il meglio per la salute pubblica. Successivamente ci siamo persi di vista, ma la sua morte, in età ancora giovane, mi rattrista molto».
Rossetto: «Recuperare il Medical center è il modo migliore per onorarne la memoria»
Giuseppe Rossetto, Sindaco di Alba dal 1999 al 2009, dichiara: «Sacchetto, per un lungo periodo, ha avuto il compito difficile e delicato di portare avanti l’impresa e l’opera di Ottavia Amerio Ferrero. La sua morte richiede che i commenti in merito alle vicende giudiziarie restino sospesi. Posso solo dire che chi spara a zero sulle persone indagate non mi è mai piaciuto. Rispetto ai giudizi espressi mentre era in vita, penso che la storia gli renderà giustizia. La sua grande eredità incompiuta è sicuramente il Medical center, un progetto che all’epoca tentava di sopperire a una mancanza in città. In sua memoria, mi piacerebbe vedere un interessamento, da parte di pubblico e privato, per il suo recupero».
Davide Barile