Via dell’acciuga: 58 paesi collegati tra arte e cucina

Via dell’acciuga: 58 paesi collegati tra arte e cucina 1
Aragorn Molinar accanto a una delle sculture presenti nel parco d'arte Quarelli di Roccaverano.

PROGETTO «Un cammino di Santiago profano per promuovere i paesaggi storico-rurali»: questo vuole essere, nelle parole dell’ideatore Aragorn Emrys Silvio jr. Molinar, la Via dell’acciuga, un ambizioso progetto che comprende 58 paesi, tre unioni montane, quattro province e due regioni.
Aragorn è il responsabile dell’agenzia Cru, che si occupa di promozione del territorio e produzioni artistiche. Residente a Roccaverano, nel paese della Langa astigiana ha creato il parco d’arte Quarelli, che conta una ventina di sculture e installazioni di grandi dimensioni.

«La Via dell’acciuga ripercorrerà i territori della Marca aleramica, tra Liguria di ponente e basso Piemonte. Il percorso partirà da Finale Ligure per concludersi ad Acqui Terme. Saranno circa 150 chilometri in 21 tappe da percorrere a piedi, a cavallo o in bicicletta, contrassegnate da eventi diffusi, presenza di artisti e promozione dei prodotti locali», spiega l’organizzatore, che vorrebbe «lasciare qualcosa sul territorio ed evitare che si riproponga il classico evento che si spegne come un fuoco di paglia. Per questo motivo stiamo cercando di intessere contatti forti con enti locali e imprese».

Parallelamente sorgerà il marchio Custodi del paesaggio per rendere economicamente sostenibile la preservazione dei metodi tradizionali di coltivazione e conservare, tramite i fondi privati delle aziende, il paesaggio. Particolare importanza sarà data al Dolcetto, dai terrazzamenti fino all’Acquese. Nelle Langhe, l’itinerario toccherà Sale San Giovanni, Paroldo, Camerana, Murazzano, Torre Bormida, San Benedetto Belbo, Niella Belbo, Mombarcaro, Dogliani, Monesiglio, Prunetto, Castelletto Uzzone, Gottasecca, Pezzolo Valle Uzzone, Levice, Bergolo, Gorzegno e Cortemilia. In provincia di Asti includerà: Serole, Roccaverano, Olmo Gentile, San Giorgio Scarampi, Loazzolo, Bubbio e Monastero Bormida; mentre nell’Alessandrino ci sarà il Comune di Denice.

Continua Aragorn: «Contiamo di proporre la prima edizione già nel 2022. A questo proposito, desideriamo lanciare un appello a chi, enti, imprese e fondazioni, vorrà sostenerci economicamente sin da ora. Se si vuole creare qualcosa di qualità, l’investimento dev’essere consistente». Secondo l’ideatore, l’unione di questi territori, vicini tra loro ma dai paesaggi molto diversi, sarà un volano per il turismo. «Proporremo insieme tre segmenti turistici molto forti: lo sport all’aria aperta, l’arte e l’enogastronomia».

La Via dell’acciuga conta sulla collaborazione di Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare), l’agenzia turistica In Langa e Arpa Piemonte. Quest’ultima ha creato, grazie a Enrico Rivella, la mappa dei paesaggi storico-rurali. Nel registro sono presenti tre aree toccate dalla Via dell’acciuga: le policolture storiche della Valle Uzzone, i pascoli arborati di Roccaverano e i castagneti da frutto dell’alta Valle Bormida. Sono in fase di riconoscimento i ciabòt dell’alta Langa e i pascoli della Malora.  «Ci piacerebbe anche radunare, in un solo blog, tutti gli stranieri che già parlano di queste zone nei loro Paesi. Come ultimo obiettivo, non certo per importanza, ci prefiggiamo anche di bloccare il decremento demografico di questi territori rurali», conclude Aragorn.

Davide Barile

 

 

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