Lavoratori stagionali, in via Pola parte il sistema di accoglienza comunale

Lavoratori stagionali, in via Pola parte il sistema di accoglienza comunale 4

ALBA Le baracche lungo il Tanaro ci sono ancora. Le stesse che Gazzetta d’Alba ha descritto sullo scorso numero, più un altro accampamento improvvisato. Per tre o quattro uomini che se ne sono andati, altrettanti sono arrivati negli ultimi giorni. Per il momento, se si contano gli insediamenti noti, rimangono almeno una quindicina gli abitanti degli argini.  Ma gli stagionali agricoli arrivati ad Alba per la vendemmia sono già di più. La mattina presto, quando la città dorme ancora, gravitano attorno alla stazione dei treni, dove vengono caricati in macchina dai “capi”, per essere in vigna per le 7, anche nel fine settimana. E la sera, quando il sole inizia a scendere, ricompaiono in città, per poi scomparire di nuovo. C’è chi invece decide di chiedere aiuto al Centro di prima accoglienza albese, che inizia ad animarsi dopo le 18.30 e per le ore successive.

Ampio spazio al tema anche sul numero di Gazzetta d’Alba in edicola il 7 settembre

Zaino in spalla, scarpe sporche, jeans, qualcuno ha già passato la giornata in vigna, altri sono alla ricerca di un’occupazione. E di una sistemazione, perché non sanno dove dormire. Una realtà che riguarda anche chi ha già un contratto o qualcosa di analogo, magari non troppo chiaro. Com’è sempre stato, via Pola per loro è un faro. Lo si è visto lo scorso ottobre, quando da un giorno all’altro una quarantina di stagionali hanno bussato alle porte della Caritas. Com’è stato poi quest’estate, con l’apertura di un salone per l’emergenza. Ma da mercoledì scorso qualcosa è cambiato, perché il Comune, insieme al consorzio socio-assistenziale e a diverse associazioni di volontariato, sta cercando di prendere in mano la situazione.

Il piano è questo: per il lavoratore stagionale che arriva in città, il primo passo è lo sportello gestito da operatori formati, nei quali esibire i documenti di riconoscimento. Se si è in regola e in possesso di un contratto di lavoro in agricoltura, si viene assegnati a uno dei posti messi a disposizione dal Cpaa, gestito da don Gigi Alessandria. Altrimenti, se si è alla ricerca di un’occupazione, la sistemazione provvisoria è uno dei posti attivati nei tre moduli abitativi allestiti in via Pola, acquistati dal Comune con fondi ministeriali. In totale, si tratta di 25 posti, di cui 12 nei moduli e 13 nella struttura della Caritas.

Un punto informazioni per l’accoglienza

Dice l’assessore ai Servizi sociali Elisa Boschiazzo: «L’info point al momento è in via Manzoni, nella sede dell’Ufficio stranieri, aperto dalle 11 alle 18.  Lo scopo è avere una prima identificazione dei lavoratori, per poi inserirli nel circuito dell’accoglienza». E l’idea è quella di spostare lo sportello alla stazione dei treni, non appena arriverà il via libera dalle Ferrovie dello Stato. Per quanto riguarda gli altri aspetti, nei container il tempo di permanenza è di sette giorni, durante i quali si è chiamati a trovare lavoro. Eventualmente si può aspettare altri sette giorni, mentre nel Cpaa si può rimanere fino allo scadere del contratto.

«Stiamo cercando di mettere in piedi una rete capillare di volontari, perché vogliamo che questo progetto sia condiviso dalla comunità». Così, la scorsa settimana, il nuovo sistema è stato presentato alle diverse realtà cittadine. Ci sono l’Anolf-Cisl (Associazione nazionale oltre le frontiere) e Presidio Caritas, che hanno partecipato al tavolo organizzativo coordinato dal Comune. Ci sono altre associazioni che si sono fatte avanti con idee e proposte, come la comunità Laudato si’ albese. E poi c’è l’Acia, Associazione culturale immigrati Alba, che si è messa a disposizione per aiutare nella gestione, con volontari e mediatori. Nel frattempo si sono fatti avanti anche semplici cittadini, pronti a mettere a disposizione il loro tempo.  Come cifra simbolica per l’accoglienza, si è previsto di chiedere un euro al lavoratore e due euro all’azienda che lo assume.

Per i pasti, tutte le persone ospitate gravitano sulla mensa Caritas. Per i bagni, oltre a quelli del Cpaa, sono stati acquistati Wc chimici in più. E lo stesso vale per le docce. A proposito di docce, dalla scorsa settimana sono state anche risistemate quelle in piazza Prunotto: «Don Gigi ci ha informati che ci sono stagionali che si appoggiano alla Caritas solo per lavarsi dopo al lavoro: in questo modo, con le docce in piazza Prunotto, si prevede un’alternativa a via Pola», conclude Boschiazzo.

Francesca Pinaffo

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