LETTERA AL GIORNALE Il 30 maggio 2009, monsignor Dho benediceva la nuova chiesa della Trasfigurazione a Mussotto (foto accanto). Sono state dette molte cose belle nell’ultimo saluto in duomo. Dho è stato un vescovo secondo lo spirito del Concilio, che lui citava, ma soprattutto viveva.
Ritengo che la chiesa del Mussotto, da lui voluta e seguita per 9 anni, sia come ricerca a livello architettonico ma soprattutto nella sua disposizione interna, esprima molto bene la sua sensibilità umana e spirituale. La disposizione interna, mette bene in evidenza la centralità del Cristo: che ci parla e spezza il Pane di vita per noi.
Non a parole, ma nelle scelte concrete, negli incontri frequenti che avevamo con lui, si coglieva, meglio si “respirava” questa realtà. Come non ricordare le parole del Concilio: «I vescovi in mezzo ai loro fedeli si comportino come buoni pastori… come veri padri che eccellono per il loro spirito di carità… Trattino sempre con particolare carità i sacerdoti… li considerino come figli e amici» (Chiristus Dominus).
Ripensando in questi giorni a Dho, mi vengono in mente le parole del Vangelo di Matteo: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche». Parole che tratteggiano molto bene la sua personalità: fedele al passato e aperta al nuovo.
Quando con alcuni amici ci eravamo trovati con lui a festeggiare l’ottantesimo anno d’età, come sempre gli avevo dato del lei; ma lui mi strattonò e sottovoce: «Per favore dammi del tu». Sono piccoli gesti che esprimono meglio di tanti discorsi la sua personalità, vigorosa ma semplice, ferma nelle sue posizioni ma sempre umana, come si addice a «un vero uomo delle nostre montagne».
don Franco Gallo, Mussotto