Corneliano d’Alba ha dedicato una via allo storico Giulio Parusso

La cerimonia si è tenuta domenica 7 novembre. L'albese trascrisse gli Statuti quattrocenteschi del Comune ed effettuò numerose ricerche d'archivio

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CORNELIANO D’ALBA Le numerose pubblicazioni, la costituzione dell’ufficio stampa di Alba e il Centro studi Beppe Fenoglio sono una parte dell’eredità che Giulio Parusso ha lasciato agli albesi. Lo studioso ebbe anche l’intuizione di creare una commissione toponomastica per la città, raccogliendo, nei volumi Appunti per una storia della toponomastica albese e Le strade di Alba. Intitolazioni e personaggi, le notizie storiche e geografiche su persone, luoghi e fatti che compongono il sistema viario albese.

Alessandra Balbo (sindaca di Corneliano): «Riconosciamo a Giulio il merito di averci permesso di riappropriarci della nostra storia e del nostro passato».

Domenica 7 novembre è stata ufficialmente scoperta la placca indicante via Giulio Parusso: non ad Alba, ma a Corneliano d’Alba, lungo il percorso che da piazza Cottolengo costeggia la parrocchiale dei Santissimi Gallo e Nicolò. Vi hanno partecipato amministratori, politici, famigliari, amici e colleghi dello studioso albese. Per l’occasione, si è esibita la banda musicale Alpina.

L’omaggio ricorda il grande impegno di Giulio per Corneliano

Venerdì a Corneliano presentazione del libro di Giulio Parusso
Lo storico albese Giulio Parusso.

L’omaggio è legato all’impegno profuso da Parusso, nato e cresciuto al Mussotto nel 1941, nello studio, nella traduzione e nel commento degli Statuti e degli Ordinati del Comune roerino. L’Amministrazione guidata da Edgardo Tiveron aveva avviato i procedimenti e ora la sindaca Alessandra Balbo ha firmato l’ordinanza in merito. L’associazione culturale Giulio Parusso si è impegnata a portare avanti l’iter burocratico. Spiega il presidente Roberto Ponzio, amico fraterno di Parusso: «La legge prevede un periodo di dieci anni dalla morte prima di procedere con le intitolazioni. Pur essendo scomparso nel 2014, la prefettura ha riconosciuto i meriti di Giulio nello studio e nella valorizzazione della storia di Corneliano, di cui era cittadino onorario dal 1978, concedendo la deroga. Ora speriamo che l’esempio possa essere seguito da altri Comuni, dove ha sicuramente dato tanto. Come associazione vorremmo, appena reperiremo le risorse, ripubblicare il libro Corneliano nella storia del Roero. Gli statuti del 1415-1416, edito nel 1978, e raccogliere gli Ordinati in un volume».

La nipote Elisa Giacosa: «Giulio Parusso possedeva un sapere immenso, un grande senso di responsabilità e si metteva a disposizione della comunità, alla quale offriva la sua saggezza».

Gli Statuti, prime leggi di Corneliano

Gli Statuti furono le prime leggi che si diede la comunità cornelianese e trattano tutti gli aspetti della vita pubblica. Gli Ordinati del consiglio comunale, ossia le antiche delibere, sono stati analizzati da Parusso per il periodo dal 1576 al 1630. Su La chiacchiera, il periodico della Pro loco di Corneliano, lo studioso curò la rubrica “Appunti per una storia di Corneliano” e pubblicò gli esiti delle sue ricerche. Spiega Virgilio Blardone, colui che fondò la rivista nel febbraio 1974 e per anni diresse la Pro loco: «Parusso ha tradotto talmente tanto materiale che, ancora per due anni, pubblicheremo gli inediti sul giornale». Blardone, che è anche membro dell’associazione Giulio Parusso, è stato il primo a lanciare l’idea di dedicargli una via. Sugli esordi di Parusso a La chiacchiera ricorda: «Già sul primo numero avevo previsto una sezione di storia locale e, per riempirla, usai un articolo di Federico Eusebio comparso su Alba pompeia. Lavoravo alla Miroglio e chiesi ai colleghi un parere. Lucia Tibaldi mi disse che il fidanzato Giulio, diventato in seguito suo marito, si occupava dell’argomento. Nacque così, dall’aprile 1974, la collaborazione con Parusso, che effettuò ricerche negli archivi comunali e parrocchiali e restituì il passato ai cornelianesi, fino ad allora oscuro». Dai suoi studi emergono aspetti storici che si fondono con il presente, come l’usanza di tenere il mercato al giovedì, risalente al 1603 e autorizzata dal duca Carlo Emanuele I.

Roberto Ponzio (presidente associazione Giulio Parusso): «Nel Quattrocento la giustizia aveva due profili fondanti: processi semplici e processi rapidi. Sono una forma di civiltà che oggi non è attuata, basti pensare  ai processi eterni e agli imputati a vita».

Dal 2017 è intitolata una sala a Parusso nel centro studi Beppe Fenoglio. Lo stesso anno l’associazione Giulio Parusso ha raccolto gli interventi scritti per Gazzetta d’Alba nel 2011, in occasione del 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia, nel volume Il contributo dei cattolici albesi all’unità d’Italia. È inoltre in corso la costituzione dell’archivio fotografico digitale albese, progetto in cui lo storico credette molto.

Davide Barile

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