SCUOLA Domani, martedì 23 novembre, è prevista una mobilitazione nazionale del personale della scuola e Flc Cgil, Uil Scuola Rua, Snals Confsal e Gilda Piemonte annunciano un sit-in alle 16.30, davanti all’Ufficio scolastico regionale in corso Vittorio Emanuele 70 a Torino.
Con la mobilitazione i sindacati chiedono di:
- Investire sull’istruzione pubblica e riconoscere e valorizzare la professionalità dei docenti e del personale Ata;
- garantire risorse aggiuntive per rinnovare il contratto nazionale 2019-21 con aumenti medi superiori alle tre cifre in linea con le retribuzioni europee;
- portare a 900 milioni di euro il fondo per la valorizzazione del personale docente togliendo qualsiasi finalizzazione;
- prorogare al 30 giugno l’organico Covid al personale Ata;
- superare qualsiasi blocco sulla mobilità per docenti e Dsga neo assunti;
- rafforzare gli organici docenti e Ata tramite la riduzione del numero di alunni per classe (superare i parametri dei decreti Gelmini sulla determinazione degli organici docenti e Ata);
- superare l’insegnamento di educazione motoria nella scuola primaria a costo zero prevedendo ruoli e posti in organico destinati in più;
- generalizzare la figura dell’assistente tecnico nel primo ciclo;
- rendere stabile la norma sulle scuole normodimensionate con 500 alunni.
Dichiara la segretaria generale Flc Cgil Piemonte, Luisa Limone: «Ancora una volta scuola e istruzione, malgrado patti e annunci, sono messe all’ultimo posto. Il contributo dei docenti e del personale Ata al funzionamento della scuola, e dunque al Paese, durante il lockdown è stato ignorato, consegnando loro un trattamento economico lontano dalla media europea e che ne disconosce la professionalità. Chiediamo in Legge di bilancio più investimenti per l’Istruzione pubblica, per non togliere opportunità a chi ha di meno, per realizzare una vera scuola inclusiva, di qualità per tutti».
Dichiara il segretario generale Uil scuola Piemonte, Diego Meli: «Abbiamo sperato che con questo nuovo governo le cose cambiassero, abbiamo auspicato che fosse davvero giunta l’ora di una vera trasformazione della politica sulla scuola, meno burocrazia, procedure concorsuali diverse e snelle, stipendi adeguati, stabilità degli organici, sblocco dei vincoli triennali, fine delle disuguaglianze tra personale di ruolo e non di ruolo, insomma una rivoluzione che valorizzasse finalmente il lavoro svolto ogni giorno con abnegazione e tante difficoltà. Tutto questo umilia e annulla le speranze di migliaia di lavoratori (docenti e Ata) che ogni giorno con il loro lavoro tengono alto il sistema scolastico italiano».