Dovendo cedere la tangenziale di Alba a favore dell’autostrada, almeno ci sia un risarcimento

Dovendo cedere la tangenziale di Alba a favore dell’autostrada, almeno ci sia un risarcimento

LETTERA AL GIORNALE Egregio direttore, martedì 9 novembre, ho partecipato come cittadino albese all’incontro sull’Asti-Cuneo presso il palaAlba di Confindustria, constatando che il tema più sentito è quello relativo al passaggio all’aperto oppure in galleria dell’ultimo lotto che dovrà chiudere definitivamente il tracciato nei prossimi anni. Le decisioni attualmente prese sembrano difficilmente emendabili nonostante una forte sensibilità verso soluzioni che limitino al massimo l’impatto ambientale.

In questo momento credo però altrettanto interessante porci delle domande sulla cessione della tangenziale di Alba al percorso autostradale, su come la tangenziale sarà trasformata e integrata, così pure sui parametri di sicurezza stradale volti a limitare rischi di incidenti stradali.

Sono anche aperte le domande su come funzioneranno i pedaggi perché l’utilizzo dei passaggi free-flow senza delle barriere che arrestino i veicoli non dice nulla sugli effettivi pagamenti. Il presidente della Regione Alberto Cirio ha assicurato che ci sarà gratuità per raggiungere l’ospedale di Verduno, ma questo non è sufficiente per garantire che i mezzi imboccheranno davvero l’autostrada e che la città non venga privata dell’attuale arteria di alleggerimento del traffico.

Dopo aver perso già tanto tempo fa la battaglia per avere una superstrada gratuita, come sarebbe stato logico, è adesso il momento di trovare un equilibrio tra effettivo utilizzo dell’arteria e la sua nuova natura di autostrada.

Mi auguro che questi argomenti possano ancora essere oggetto di contrattazione con il Ministero e con la società concessionaria, e che i responsabili politici possano darci il risultato più equo possibile.
Purtroppo a monte c’è l’insostenibilità finanziaria di una autostrada definita a Z rovesciata, perché poi prosegue verso Cuneo ripartendo da Carrù dove è pressoché deserta. La logica di quel tratto nasceva dall’ipotesi di una arteria che da Ovada arrivasse a Cuneo come raddoppio interno dell’Autostrada dei fiori e come premessa per il collegamento con la Francia. Da Asti a Marene invece ci troviamo in zona densamente costellata di paesi fino a configurare il percorso intorno ad Alba come autostrada urbana.
Fa bene Alba a cedere la propria tangenziale ma auspichiamo tutti che il Ministero sappia compensare questo sacrificio, disegnando un quadro viabile sostenibile e ampiamente fruibile dal traffico locale.
Su questi temi auguriamo buon lavoro ai nostri sindaci certi che con il presidente regionale Cirio vorranno far valere il buon senso presso il competente Ministero, quello che dopo oltre trent’anni è infine chiamato a dare al nostro territorio delle risposte definitive.

In questi giorni si è parlato anche in un convegno voluto da Banca d’Alba di “albesità”, dell’esistenza di un DnAlba: alziamo la testa e dimostriamo che è vero!

Claudio Rosso

Gentile Claudio Rosso, grazie della riflessione offertaci, che volentieri pubblichiamo, perché si possano trovare quelle soluzioni il più possibile condivise e delle quali non doverci poi rammaricare, come succede ormai da decenni, per le occasioni perdute e le speranze tradite. Al signor Carnevale (lettera accanto), che chiede coerenza ai “cosiddetti” ambientalisti, suggeriremmo un po’ più di precauzione: nella progettazione e realizzazione di una grande opera pubblica, oltre all’utilità, bisogna per forza valutarne la sostenibilità ambientale. Abbiamo solo questo di territorio e una volta consumato è impossibile tornare indietro.

g.t.

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