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A Bra sono oltre 700 persone a fare la spesa all’emporio solidale

BRA Oltre 700 persone (di cui un terzo rappresentate da minori), domiciliate nella città della Zizzola, hanno usufruito quest’anno dell’emporio solidale gestito dalla Caritas interparrocchiale, ubicato nei locali di via Vittorio Emanuele situati all’interno della Cittadella della carità adiacente alla parrocchia di San Giovanni.

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Il particolare supermercato, promosso dalla Caritas braidese in collaborazione con il Comune e i servizi sociali gestiti dall’Asl Cn2, ha come obiettivo principale quello di accogliere utenti che hanno un reddito basso (certificato da un Isee inferiore a 6mila euro annui), i quali possono quindi accedere a una spesa completa, comprensiva anche di frutta e verdura, sborsando un prezzo che è inferiore di circa il 40 per cento rispetto al prezzo che reca il cartellino del medesimo prodotto in vendita in un qualunque supermercato cittadino. All’interno dell’emporio si trovano generi necessari per mettere in tavola i pasti principali della giornata e prodotti per l’igiene personale e della casa, il tutto all’insegna della sobrietà, pur essendo di qualità medio-alta (non quindi da discount). Commentano i volontari Caritas, un vero esercito, formato da circa ottanta persone, che ruotano tutta la settimana con diversi compiti: «Ai nostri clienti chiediamo di contribuire a una parte della spesa: ogni famiglia mette, in base al reddito, un contributo di 2 euro, oppure di 5 o di 10 euro e li versa nel momento in cui viene in negozio a fare la spesa. Offrendo anche qualche ora di volontariato all’emporio oppure in altri servizi del Comune o della Caritas».

Conclude la direttrice Claudia Alessandri: «Analizzando i dati di questo 2021, è facile constatare come la povertà in città non sia affatto debellata, neppure nei suoi bisogni primari, quali sono appunto quelli alimentari». Da parte sua, don Gilberto Garrone, parroco di San Giovanni e responsabile della Caritas interparrocchiale di Bra, aggiunge: «La pandemia ha significato un aumento del disagio economico per tanti nuclei familiari braidesi, che hanno visto ridursi il lavoro oppure lo hanno addirittura perso. Per fortuna cresce anche la solidarietà che si traduce nel dare concretamente una mano a chi si trova nel bisogno».

Valter Manzone

Altre famiglie hanno chiesto aiuto al centro di ascolto

Il centro di ascolto, situato all’interno della Cittadella della carità, ha incontrato e accompagnato, in quest’anno, 287 famiglie di cui 49 nuove. Alla mensa dell’incontro sono 24 le persone fragili, di cui quattro senza dimora, che ogni giorno vi accedono per poter consumare un pasto caldo. E sono 16 le persone ospitate nelle accoglienze e negli alloggi di housing sociale. Questa è la fotografia di un mondo, spesso sommerso, che ogni giorno vive intorno a noi, senza che ce ne rendiamo magari neppure conto. Il centro d’ascolto, che ha festeggiato da poco il suo quinto compleanno, ha già preso in carico oltre mille nuclei familiari, il 65 per cento dei quali sono costituiti da stranieri.

A Bra sono oltre 700 persone a fare la spesa all’emporio solidale
Al centro accedono tante persone, sicure di trovare qualcuno disponibile a condividere le loro preoccupazioni e a cercare insieme qualche soluzione ai problemi più impellenti che la vita presenta quotidianamente.

Commenta una delle tante volontarie che operano in questa realtà: «All’interno della Cittadella – esperienza che offre vari servizi, con l’obiettivo di rimettere gli ultimi al centro della vita comunitaria – trovano posto il centro di ascolto, la mensa dell’incontro, l’emporio, l’housing e l’orto sociale. Una realtà complessa che si impegna ad accogliere, grazie all’opera di tanti volontari, i quasi mille nuclei familiari che arrivano al centro di ascolto per diversi bisogni, sia di tipo economico sia di carattere relazionale». Tante le prestazioni erogate: il 60 per cento sono dirette a famiglie con tre o più minori a carico. Il 50 per cento del totale chiede una prestazione di natura economica (utenze, spese mediche o denari per pagare la casa popolare), mentre il restante 50 esprime necessità di supporto per altri problemi, quali visite mediche, compilazione dei moduli per permesso di soggiorno o ricerca della casa e l’altra metà è alla ricerca di un orientamento per districarsi tra i servizi sociali, Informagiovani e centro per l’impiego.

v.m.

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