PROGETTI Non dovrebbe mancare molto all’attivazione delle procedure per trovare il soggetto che realizzerà le case della salute di Alba e Bra: è questo il primo passo che porterà al recupero degli ex ospedali San Lazzaro e Santo Spirito.
L’iter si è sbloccato in autunno, quando la Regione ha deciso di revocare la vendita dei due ex ospedali: era questo il macigno che pesava sull’Asl Cn2, che avrebbe dovuto alienare gli edifici.
Si è poi aperto il confronto per identificare la strada migliore. Sono state palesate soluzioni da parte della fondazione Crc, che ha coinvolto Ream Sgr, società specializzata in ambito immobiliare.
Nel corso dell’estate, agli uffici dell’Asl sono anche pervenute due proposte scritte, una per Alba e una per Bra, che vedono coinvolti una serie di privati, con il supporto finanziario di Iccrea banca imprese.
Per Alba, sembra certo che si procederà alla demolizione della parte più recente dell’ex ospedale, così da costruire un nuovo blocco su via Pierino Belli, su una superfice di circa 4.700 metri quadrati.
Dice l’assessore regionale alla sanità Luigi Icardi: «Alba e Bra avranno le loro case della salute, progetti molto ambiziosi, dal momento che racchiuderanno i servizi che è importante stiano sul territorio».
Si va dagli ambulatori per le visite di primo livello ai prelievi, dalla diagnostica ai medici di famiglia.
«Per ciascuna struttura si tratta di una spesa tra i 12 e i 15 milioni di euro. Il meccanismo ipotizzato è quello del project financing. In ogni caso, per identificare i privati che realizzeranno le opere, verranno attivate entro pochi mesi procedure di evidenza pubblica, come richiede la legge».
In pratica, le società private che realizzeranno l’intervento rientreranno dell’investimento negli anni, a fronte del pagamento di un canone da parte dell’Asl, che con le case della salute risparmierà su alcuni altri fronti: in primo luogo, gli affitti delle strutture esterne nelle quali oggi si trovano molti ambulatori e altri servizi, che verranno trasferiti nell’ex San Lazzaro.
Francesca Pinaffo
Un’ala dell’area storica diventerà ospedale di comunità con 20 posti
La parte monumentale dell’ex ospedale San Lazzaro avrà un destino a parte, dal momento che non si potrà procedere con demolizioni o modifiche impattanti. Ed è così che la manica più antica verrà utilizzata come ospedale per la comunità, con venti posti letto per pazienti autosufficienti, ma che non possono tornare al domicilio, per esempio perché sono stati dimessi e devono proseguire con una terapia specifica.
Lo stesso modello verrà realizzato a Bra. È un tipo di struttura residenziale prevista dal Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, che stanzia ingenti somme per la medicina territoriale, prevedendo un ospedale di comunità ogni 100mila abitanti. Il Piemonte entro febbraio dovrà presentare la sua programmazione e poi ripartire le somme tra le aziende sanitarie, in base ai progetti. Si parla di cifre minime rispetto a quanto necessario per la casa della salute nel suo complesso.
Spiega Massimo veglio, direttore generale dell’Asl Cn2: «Al momento, ciò che si prevede è di realizzare l’ospedale di comunità in un’ala della parte storica, che si presta molto bene a questa funzione, dal momento che erano già presenti diversi reparti». Per gli spazi non utilizzati del vecchio nosocomio, il direttore Veglio aggiunge: «Verranno comunque inclusi nella progettazione della casa della salute,
che riguarderà tutto il vasto complesso».
f.p.