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Unione collinare Roero tartufi e Arneis: conti in rosso per il 2019 e il 2020

Vezza e Santo Stefano: alla Corte non tornano i conti. Bonino: tutto ok

ENTI LOCALI Saranno le lettere dei legali a concludere la travagliata storia dell’Unione collinare Roero tartufi e Arneis. I revisori dei conti nominati dalla Prefettura hanno depositato i bilanci 2019 e 2020, certificando una situazione disastrosa per le finanze dell’ente, che avrebbe dovuto chiudere i battenti nel giugno scorso. Con l’uscita di Vezza, a fine 2019, l’Unione composta dai soli Montaldo e Santo Stefano Roero non disponeva più dei requisiti minimi per esistere. L’operazione Feudo e gli arresti domiciliari per la segretaria dell’ente e del Comune di Santo Stefano, aveva imposto uno stop agli accertamenti, ripresi nei mesi successivi.

A riferire dello stato contabile della realtà intercomunale è il sindaco di Montaldo, Fulvio Coraglia, ultimo presidente: «Il passivo ammonta a 200mila euro, ai quali se ne aggiungono 100mila fuori bilancio, per i quali stiamo cercando documentazione». Le operazioni per fare chiarezza sui conti sono ancora in corso. Al momento è stato possibile determinare solo alcune voci di debito. Fra queste, prosegue Coraglia, «60mila euro di cofinanziamenti per il progetto Smart. Gli impianti di illuminazione a Led sono stati ultimati, ma non possono entrare in funzione perché mancano le quote di Vezza e Santo Stefano. Soltanto noi abbiamo sempre pagato». Continua Coraglia: «Ci sono 120mila euro che dobbiamo rendere alla Regione su un finanziamento da 500mila per un’iniziativa condivisa fra Montaldo e Santo Stefano». Nei prossimi giorni Coraglia, liquidatore dell’Unione, passerà alle vie legali: «Devo tutelare l’ente. Per questo chiederò a Vezza e Santo Stefano di versare le quote sui 60mila euro mancanti».

Bisognerà poi dirimere due questioni che pesano come macigni sui bilanci. «L’Unione aveva un dipendente in carico che, nei fatti, lavorava per la maggior parte delle ore a Santo Stefano. Con le somme che chiederemo al Comune si potrebbe coprire parte del disavanzo», afferma Coraglia. Ci sono quindi i 12mila euro dovuti ai professionisti incaricati dalla Prefettura di mettere ordine nella contabilità e le fatture, «che continuano ad arrivare all’Unione per lavori non comprovati da delibere di affidamento. Si dovrà capire se si tratta di spese in capo ai Comuni o all’ente consortile». Operazione difficile, anche per i sequestri di documenti operati dalla Guardia di finanza nell’operazione Feudo.

C’è poi un ultimo aspetto: la multe ancora da incassare. «Si tratterebbe di 100mila euro che Vezza ha indicato fra i crediti da esigere, riportandoli fra le voci del proprio piano di rientro dal passivo», afferma Coraglia. Il documento è stato approvato nel 2020 dalla Giunta vezzese per rifondere un deficit da oltre mezzo milione. Dalla relazione dei commissari, però, emerge l’esatto opposto. «L’Unione dovrebbe ancora incassare da Vezza gli importi delle contravvenzioni, ammesso che non siano cadute in prescrizione», dichiara Coraglia. La sindaca di Vezza Carla Bonino respinge ogni addebito: «I proventi delle multe, che arrivavano soltanto da Vezza, perché solo noi abbiamo una postazione per autovelox, sono già stati interamente versati all’Unione. Da quei soldi, fra l’altro, avevamo tratto, nel 2018, le quote di cofinanziamento del progetto Smart. Il mio Comune, inoltre, è quello che ha versato i contributi più cospicui». Prosegue Bonino: «I documenti indicano, fino al 2018, un credito di oltre 100mila euro verso l’Unione che non intendiamo perdere. Se i soldi mancano, facciano bene i conti, anche perché chi è uscito prima di noi ha ancora dei debiti da saldare». Il riferimento di Bonino è a Monteu Roero, fra i fondatori dell’Unione assieme a Vezza e Santo Stefano, Comune uscito dall’ente dopo pochi anni.

Davide Gallesio

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