Beppe Fenoglio 22: la Rai ritrasmetterà il programma radiofonico di Grasselli

Abitare il piemontese: scopriamo il significato di Gigaȓela
Beppe Fenoglio al bar del Savona di Alba ©Aldo Agnelli

CENTENARIO FENOGLIANO Tra le iniziative che celebreranno i cent’anni dalla nascita di Beppe Fenoglio ci sarà anche il radio documentario di Damiano Grasselli, che andrà in onda da lunedì 28 febbraio alle 19.50 su Rai radio 3. Il regista di Fenoglio e le Langhe: una questione privata, ha espresso la sua emozione: «È con sorpresa e grandissima partecipazione che la Rai mi ha comunicato che ha deciso di ritrasmettere il mio radiodoc. Sono stupito, sorpreso, grato a tutti voi. Il mio pensiero va a Luciana, protagonista di questo lavoro, che con Ugo tanto ha fatto perché io amassi Fenoglio come un amico».

Damiano Grasselli

Registrato tra la primavera e l’estate del 2019, il podcast è opera del direttore artistico di Teatro caverna, compagnia teatrale e laboratorio socio-culturale di Bergamo, che a Beppe Fenoglio ha riservato, dal 2003 a oggi, non solamente spettacoli, convegni, letture, mostre, ma un intenso e inesauribile rapporto, una «morale necessità» al di fuori di tendenze e convenienze. Il documentario poggia su quasi vent’anni di frequentazione e adesione a una materia amatissima, sondata nelle sue corde più profonde, con risultati sempre originali. Dire Langa e dire Fenoglio, significa dire quasi la stessa cosa. E se il titolo può sembrare scontato e persino facile, si può star certi del contrario: nella sua globalità, è anzi una sfida a tornare sui luoghi reali e letterari dello scrittore albese, con uno sguardo diverso. La sfida è vinta con umiltà, mettendosi in ascolto: delle singole persone e delle comunità, del paesaggio e del tempo, con le pagine di Fenoglio nel cuore, negli occhi, nelle orecchie. La fortuna di avere ancora – ultimi, sparuti – preziosi testimoni di prima mano e di sentire attraverso di loro ancora tangibile l’uomo Fenoglio (morto nel ’63 e prossimo al centenario della nascita), dà la chiave del documentario. La restituzione di una quotidianità, quella vissuta come consuetudine e alimento letterario dallo scrittore, e quella che trascorrono i discendenti di chi l’ha conosciuto, e che oggi si trovano a vivere, con una consapevolezza diversa e unica, nei cosiddetti luoghi fenogliani.

Molto rilievo ha, nell’arco delle puntate, il paese di San Benedetto Belbo, nucleo generatore di storie straordinarie e, sotto un rintocco di campana, è l’incipit faticatissimo e perfetto di La malora ad aprire la passeggiata nella memoria e nel presente, che non risultano mai separati ma un flusso dell’una nell’altro. San Benedetto, luogo di vacanze infantili e di amicizie di una vita, viene raccontato intorno, e dentro, alla censa dei Canonica in via di recupero (il sindaco Emilio Porro, discendente dei proprietari, riesce a farcela vedere con le parole), ai suoi ippocastani e alle sue frazioni (la «barbarica» Cadilù). Ma anche (nella seconda puntata) nel dramma del novembre 1944, quando venne bruciato per rappresaglia antipartigiana dai soldati tedeschi (ed è la lucida voce di una testimone diretta, classe 1923, a guidare la rievocazione). Il documentario non tralascia di spostarsi poi (nella terza puntata) in un altro toponimo-chiave, Valdivilla – e dunque a raccontare la Langa dei partigiani Fenoglio, Johnny, Milton, accanto a quella ancestrale del parentado, della sotterranea affinità con gli straordinari «vecchi» del ramo paterno. Le letture (di Grasselli e dell’attrice Viviana Magoni) fluiscono con le interviste: la prima voce è quella di Margherita Fenoglio, la figlia che, perduto il padre a soli due anni, confessa oggi di «sentirlo» proprio come lui, nel suo diario, si domandava pensando a «un postero Fenoglio». E poi, forte, la voce di Ugo e Luciana Cerrato, gli amici maestri che sono stati a loro volta, per decenni, i disponibili, generosi amici di tutti i fenogliani del pianeta. Una lunga, affettuosa fedeltà: perché, dice ancora oggi Luciana, con Fenoglio «siamo sempre stati insieme, nel bene e nel male».

 

 

 

Banner Gazzetta d'Alba