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Il caro carburanti mette in ginocchio l’autotrasporto

Nella notte tra domenica e lunedì tentativo di furto al distributore di Magliano Alfieri

TRASPORTI Continua la crescita dei prezzi di benzina e diesel.  Il prezzo medio nazionale praticato della benzina in modalità self cresce a 1,831 euro al litro (ieri era a 1,826), con i diversi marchi compresi tra 1,821 e 1,853 e i distributori senza marchio a 1,808.

Il prezzo medio praticato del diesel self va a 1,707 euro/litro (ieri 1,702) con le compagnie posizionate tra 1,701 e 1,716 e i no logo 1,692.

Per quanto al servito, per la benzina, il prezzo medio praticato sale a 1,964 euro con punte di 2,054  e la media del diesel servito aumenta a 1,844.

Infine i prezzi del Gpl vanno da 0,819 a 0,834 euro/litro (no logo 0,812). e il prezzo medio del metano auto si posiziona tra 1,790 e 1,840 (no logo 1,752), con il valore massimo in crescita.

L’esplosione dei prezzi fa salire la rabbia e il rincaro dei carburanti è la goccia che potrebbe far traboccare il vaso.

A lanciare l’allarme sono le associazioni nazionali dell’autotrasporto, tra cui Confartigianato trasporti, che, unite sotto la sigla Unatras, hanno scritto una lettera preoccupatissima al Governo, al quale chiedono risposte concrete.

«Quello che si è abbattuto sul mondo dell’autotrasporto è un ciclone spaventoso», commenta Claudio Berardo, rappresentate provinciale degli autotrasportatori di Confartigianato Cuneo. «Il malcontento è diffuso nei territori tra le imprese e sta generando fenomeni di rabbia che rischiano di sfociare in proteste incontrollate».

«C’è il rischio concreto che sia più conveniente spegnere i motori anziché continuare a viaggiare», aggiunge Berardo. «Ora però la situazione è allarmante. Unatras ha deliberato lo svolgimento nelle prossime settimane di una serie di manifestazioni unitarie di autotrasportatori su diverse aree del territorio nazionale. Iniziative che, in assenza di impegni precisi da parte dell’Esecutivo, non potranno che essere propedeutiche ad azioni di autotutela della categoria, non esclusa la proclamazione di un fermo dei servizi».

«Migliaia di operatori sono da un anno e mezzo alle prese con il rincaro dei carburanti, che negli ultimi mesi ha viaggiato “a mille” e non accenna a placarsi», spiega Berardo. «Gli aumenti vertiginosi delle materie prime, di luce e gas, riguardano anche il gasolio per autotrazione, che è il carburante più diffuso, ma anche l’additivo Adblue per i veicoli più moderni e il Gnl (gas naturale liquefatto). Parliamo di aumenti generalizzati di oltre il 25% in un anno, con maggiori costi per oltre 535 milioni di euro che l’autotrasporto non riesce a ribaltare sui propri committenti e che finiscono per scaricarsi interamente sui già risicati margini di profitto delle aziende».

«Il settore – conclude Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Cuneo – è fondamentale per l’economia italiana: nel nostro Paese oltre l’80% delle merci viaggia su gomma, e i nostri mezzi nelle fasi peggiori della pandemia hanno continuato a viaggiare garantendo l’approvvigionamento dei beni primari. Chiediamo un intervento urgente che stemperi la tensione favorendo le condizioni per una soluzione dei problemi del comparto».

Le richieste della categoria:

  • i provvedimenti economici di sostegno alla categoria, quali crediti di imposta per i maggiori costi sostenuti per i carburanti, attingendo dal tesoretto che ha incassato il fisco sull’Iva pagata per le accise;
  • la previsione di un meccanismo di adeguamento automatico per l’aumento del gasolio;
  • la ripubblicazione aggiornata da parte del Mims dei costi di esercizio che gravano sugli autotrasportatori;
  • l’apertura del tavolo di lavoro permanente sulle regole di settore, per un’analisi approfondita che affronti in particolare l’impatto delle nuove norme comunitarie in tema di accesso al mercato, le semplificazioni burocratiche e la revisione degli onerosi obblighi formativi per contrastare la carenza di conducenti.

Il costo del pieno per un mezzo pesante è salito, in un anno, di circa 150 euro. Prendendo come riferimento la percorrenza media di un mezzo pesante di 100mila km all’anno con un consumo di 3,3 km al litro, il risultato produce un aumento insostenibile per un autotrasportatore, con un aggravio di costo di migliaia di euro per ogni automezzo. Analoga criticità si rileva per il prezzo del metano.

«Confartigianato ha da tempo segnalato al Governo i rischi che si sarebbero abbattuti sul mondo dell’autotrasporto con il rincaro dei carburanti: una fiammata che sta facendo fermare le imprese, mettendo in difficoltà lavoratori e famiglie, ma, ad oggi non abbiamo ricevuto risposte soddisfacenti»,  commenta Giorgio Felici, presidente di Confartigianato imprese Piemonte.

«Le aziende dell’autotrasporto – commenta Giovanni Rosso, presidente di Confartigianato Piemonte trasporti – si trovano a dover affrontare sia i rincari dell’energia all’ingrosso, sia quelli dei carburanti al dettaglio. Sulle attività produttive grava il peso della ripartenza dell’economia nella fase post-pandemica. Questo costo si scaricherà prima sulle imprese del trasporto merci, poi sulle aziende di trasformazione e infine sui consumatori e, quindi, sull’economia. Nessuna produzione è esente da questi rincari. Abbiamo già visto l’impennata dei costi del ferro e del cemento, delle farine e degli zuccheri, oppure quello dell’abbigliamento; tutti aumenti che vengono parzialmente assorbiti dalle imprese ma che a lungo andare queste non potranno più reggere. Un vero salasso per tante categorie di lavoratori e piccole imprese che davvero avrebbero bisogno di una mano dallo Stato».

Il sistema del trasporto e della logistica in Italia ha registrato effetti rilevanti dalla crisi economica generata dalla pandemia, con modifiche profonde della domanda e dell’offerta di mobilità. Nel 2020 il fatturato del comparto del trasporto e magazzinaggio in Italia è sceso del 17,5%, di 4,6 punti più intenso del calo del 12,9% registrato in Ue 27, con le imprese italiane del settore che hanno contabilizzato minori ricavi per 28,8 miliardi di euro.

Il trasporto merci ha sofferto un calo dell’11,7% della produzione manifatturiera, associato a una riduzione del 10,3% dei flussi di commercio estero. Il boom dell’e-commerce, conseguente ai provvedimenti restrittivi e la sospensione di attività commerciali, non si è traslato con la stessa intensità e rapidità nell’‘ultimo miglio’ delle consegne: lo scorso anno, a fronte di un aumento del 34,5% delle vendite di e-commerce, il fatturato delle imprese dei servizi postali e attività di corriere segna un aumento che si ferma al +4,4%.

Per ovviare a tutto questo, e ad altri problemi relativi al costo del trasporto merci, per i quali la voce carburante grava per circa il 30% dei costi aziendali, Confartigianato chiese al Governo di ragionare su un credito d’imposta temporaneo, destinato agli autotrasportatori e a chi utilizza un veicolo ogni giorno per motivi di lavoro, come tassisti, agenti di commercio, per l’acquisto di gasolio e gas naturale, per l’autotrazione e per gli usi industriali, che avrebbe garantito sia un’immediata ripresa della produzione di tutte quelle filiere industriali ad alta intensità di consumo di gas naturale, sia una distensione dei prezzi al consumo.

«È urgente porre subito rimedio alla drammatica situazione che potrebbe far diventare conveniente per le imprese spegnere i motori anziché continuare a viaggiare in perdita – conclude Felici – con conseguenze devastanti per la ripresa economica in atto. A tutela di migliaia di autotrasportatori chiediamo, dunque, che il Governo metta in campo provvedimenti immediati per alleggerire la pressione sulle imprese e scongiurare una debacle del settore».

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