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Il Presidente di Confindustria Cuneo commenta i dati sulle iscrizioni al primo anno delle superiori per il 2022-2023

Gola: «va edificato il ponte fra scuola e Lavoro» Le scelte dei giovani della provincia che stanno per concludere la terza media vedono crescere le opzioni verso istituti tecnici e professionali

Il Presidente di Confindustria Cuneo commenta i dati sulle iscrizioni al primo anno delle superiori per il 2022-2023

SCUOLA SUPERIORE Dai dati relativi alle iscrizioni alle scuole superiori della provincia di Cuneo emerge come, per l’anno scolastico 2022-2023, il numero dei nuovi allievi dei licei sia leggermente inferiore al livello del 2020-2021 (2.236 oggi, 2.261 allora), dopo la fiammata del 2021-2022 (2.412). Gli istituti tecnici crescono fino a 1.868 neoiscritti, contro i 1.822 di quest’anno e i 1.731 dell’anno precedente. Salgono a 995 i ragazzi e le ragazze che hanno scelto gli istituti professionali; per il 2021-22 sono 809, per il 2020-2021 erano 852. Il tutto con un constante incremento di giovani che decidono di proseguire gli studi dopo la terza media. Ecco la progressione negli ultimi tre “bilanci” delle preiscrizioni alle superiori a livello provinciale: 4.844, 5.043 e 5.099.

La tendenza che emerge suscita l’interesse di Confindustria Cuneo, il cui presidente, Mauro Gola, afferma: «Come organizzazione datoriale nazionale e anche territoriale da anni sottolineiamo l’esigenza di rafforzare il raccordo tra scuola e lavoro, avvicinando in modo innovativo la formazione alle competenze e ai requisiti professionali richiesti dalle realtà produttive. Lo facciamo anche attraverso una serie di progetti che coinvolgono gli istituti d’istruzione di ogni ordine e grado: questo è il nostro modo di credere nel futuro. Oggi, purtroppo, l’integrazione fra i percorsi scolastici e formativi e quelli lavorativi nel nostro Paese è carente. La difficoltà a reperire collaboratori con adeguate competenze non è solo italiana. In Germania, ad esempio, è scattato l’allarme, perché si calcola che, da qui al 2035, mancheranno 5 milioni di lavoratori. Scarseggia, quando non manca, il personale soprattutto nei settori delle scienze e delle tecnologie (matematica, informatica, ambiente e tecnologia), e vale anche per gli operai specializzati. Come hanno dimostrato per la ripresa post-Covid, gli imprenditori vogliono assumere e crescere, non licenziare, ma hanno bisogno di collaboratori dotati di conoscenze e di competenze in linea con le esigenze delle aziende. Servono nuove competenze: il problema è che mancano ai giovani e che ne sono carenti coloro i quali hanno lavorato per anni con vecchie tecnologie e modelli organizzativi ormai superati».

«Cambiano con estrema rapidità le professionalità richieste e, alla luce dell’ormai quasi drammatica carenza di specializzazioni necessarie alle imprese, diventa imperativo che fra aziende, sistema scolastico e agenzie formative si instauri un dialogo costante e fruttifero», aggiunge il presidente Gola. «Il futuro del mondo del lavoro andrà ben al di là di quanto vediamo negli attuali frangenti di pur impetuosa evoluzione. La trasformazione forse più pesante riguarderà l’automotive, nel cui àmbito, se permanesse la scadenza al 2035 della produzione di motori termici, si prevede la perdita di circa 73.000 posti di lavoro in meno di 15 anni. Occorrerà accompagnare questo cambiamento epocale. Gli imprenditori sono chiamati all’esercizio in cui sono maestri, cioè seguire, anzi anticipare, le tendenze del mercato. Ma sono coinvolti anche il Governo e i sindacati, i quali dovrebbero cercare di contribuire a indirizzare un’azione riformatrice dell’Esecutivo. Questo cambio di paradigma comporta non solo una massiccia iniezione di tecnologia nelle aziende, ma anche un salto di qualità nella formazione dei lavoratori. Abbiamo un ritardo notevole da recuperare: gli istituti tecnici superiori (Its) per il 2021-2022 hanno contato appena poco più di 18.000 iscritti. E, quel che è peggio, non è ancora stato creato il necessario ponte fra scuola e lavoro. A volte, anzi, il mondo del lavoro è visto con sospetto da quello dell’istruzione».

«Dare attenzione ai fabbisogni delle imprese del territorio è fondamentale per individuare i percorsi scolastici più idonei e orientare scelte di professionalità che poi portino a sbocchi occupazionali certi e gratificanti», commenta Ines Gaveglio, responsabile del servizio e coordinatore di sede di Confindustria Cuneo-Unimpiego. «La nostra provincia e le nostre imprese, come abbiamo ribadito molte volte, anche in fase di orientamento, offrono moltissime opportunità e, come ben sappiamo, le figure professionali di area Stem (ingegneri meccatronici, informatici, manutentori, ecc.) sono ricercatissime e molto valorizzate dalle aziende, anche in ottica dei percorsi evolutivi 4.0 di innovation e digital, ormai in corso di attuazione. Valutiamo, dunque, come dato positivo l’aumento delle iscrizioni a percorsi tecnico-professionali e scientifici, certi che tutti i ragazzi e le ragazze, con il loro impegno e la loro dedizione, potranno valorizzare talenti e competenze e trovare ampi spazi di espressione nelle nostre industrie, pronte ad accoglierli e farli crescere professionalmente. Grandi opportunità insieme a motivazione e tenacia saranno un’ottima premessa per i giovani e una spinta a realizzarsi e diventare protagonisti consapevoli della loro vita professionale».

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