Fondazione Mirafiore: Le mani in pasta sarà proiettato venerdì 1° aprile

Fondazione Mirafiore: Le mani in pasta sarà proiettato venerdì 1° aprile
Il protagonista del film Anton Aron Biondo con Bruno Ceretto nel corso di una visita in cantina

SERRALUNGA Venerdì 1° aprile alle 18.30 nel teatro della fondazione Mirafiore sarà proiettato Le mani in pasta, film documentario di Marino Bronzino prodotto dalla Lume di Torino. Oltre al regista, per l’occasione saranno presenti alcuni protagonisti: Anton Aron Biondo, Beppe Gallina, Martino Patti, Ivan Milani, Massimiliano Prete, Bruno Ceretto e Oscar Farinetti. In un’ora e mezza, Anton parla di cinema ed enogastronomia, fornendo i ritratti di alcuni dei protagonisti della scena culinaria piemontese: Ceretto e le sue cantine, Farinetti ed Eataly, Crippa e il ristorante Piazza Duomo, Prete e la pizza contemporanea, Gallina e la pescheria con cucina a Porta palazzo, Patti e la Cascina Badin.

Il protagonista, 26 anni, è nato ad Alba, da madre filippina e padre siciliano. Diplomato all’Accademia di belle arti, in Le mani in pasta
si sposta a bordo di una Vespa. «I pensieri e le riflessioni sono farina del suo sacco. Per lui, girare il film è stato come prendere parte a un corso di formazione, ha assorbito come una spugna i consigli ricevuti. Bruno Ceretto, in particolare, è il nonno che tutti vorremmo avere: è saggio e dice cose giuste, che non ammettono repliche», spiega il regista.

Bronzino dopo alcune esperienze come grafico ha iniziato a  cimentarsi alla regia alla fine degli anni Ottanta. Al suo attivo ha una quindicina di cortometraggi e altrettanti documentari. «L’idea è nata quasi per caso», racconta. «Ho conosciuto lo chef Ivan Milani e, in seguito, anche Anton e Martin. Ho pensato che nel documentario non potesse mancare uno come Oscar Farinetti. Per conoscerlo, ho partecipato a un incontro nel Bosco dei pensieri a Fontanafredda, chiedendogli un’intervista. “Una volta al mese controllo le e-mail, ma tu scrivimi”, ha risposto. Ho buttato giù quattro righe e mi ha chiamato dopo tre settimane: è rimasto colpito dal progetto e mi ha spronato ad andare avanti». Marino ha voluto ritrarre personaggi con una caratteristica comune: l’amore per il proprio lavoro.

«Ho fatto tutto pensando a mio padre, operaio in un paese della Valle di Susa che, alla sera e al sabato, faceva il barbiere. Mia madre si arrabbiava perché andavamo mai da nessuna parte, ma per lui la passione per il lavoro era tutto. Altra fonte di ispirazione è stato il Tino Faussone di La chiave a stella di Primo Levi. Persone e personaggi dal carattere piemontese».

Per assistere al film occorre prenotarsi sul sito www.fondazionemirafiore.it.

Davide Barile

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