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La sindaca di Santo Stefano Roero: «Il default non si può escludere»

La sindaca di Santo Stefano Roero: «Il default non si può escludere»
La frana di Madonna delle grazie sarà sistemata dalla Provincia, ma per mettere in sicurezza la scarpata il Comune non dispone di fondi.

SANTO STEFANO ROERO La riunione con la popolazione convocata venerdì scorso dall’Amministrazione è iniziata con una foto delle colline del paese immerse nella nebbia. Un’immagine significativa della situazione in cui versa il Comune dal punto di vista finanziario, che i consiglieri di maggioranza hanno tentato di spiegare dopo sei mesi di mandato. «Da quando siamo stati eletti abbiamo iniziato un lavoro di analisi e ricostruzione. Abbiamo dovuto ripartire da zero, a iniziare dai dipendenti comunali. Ne abbiamo uno e stiamo lavorando per garantire altri servizi grazie a collaborazioni con altri paesi, ma per un certo periodo non c’era nessuno», ha detto la sindaca Giuseppina Facco.

Dal Comune hanno elencato una serie di problemi di ordinaria amministrazione trovati dopo l’insediamento, come la gestione dei loculi cimiteriali, non censiti e assegnati anche con concessioni perpetue (e quindi illegali), la poca chiarezza della gestione del bocciodromo e l’annosa questione della frana di Madonna delle grazie, tutt’altro che chiusa nonostante l’inizio dei lavori. L’intervento, a carico della Provincia, permetterà di sistemare la strada, ma la scarpata sottostante non potrà essere messa in sicurezza perché questo tipo di lavori sarebbe di competenza comunale. E l’ente, in questo momento, non dispone del denaro necessario nonostante l’intervento sia già stato finanziato. Ha aggiunto Facco: «Quei fondi non sono gli unici a essere scomparsi, nel senso che non sappiamo dove siano finiti».

Ma il vero problema di Santo Stefano restano i debiti accumulati negli anni passati. Ha continuato la sindaca: «Senza voler indagare sui comportamenti che ci hanno portato in questa situazione possiamo dire che il Comune ha 920mila euro di buco di bilancio a cui si aggiungono 320mila euro di multa per avere sforato il patto di stabilità. Un milione e 240mila euro di debiti certi che dovrebbero essere recuperati con un piano di rientro di circa 15 anni. Purtroppo, però, esistono quasi 800mila euro di debiti non accertati (con fornitori, con la vecchia Unione collinare e con Vezza) che potrebbero portare a superare i due milioni di passivo. Se venissero confermati, il piano di recupero non basterebbe e potremmo essere costretti a dichiarare il dissesto». Ha concluso Facco: «In questo caso si affiancherebbe a noi una sorta di curatore fallimentare che cercherà di ripianare il default contrattando sulla riduzione dei debiti, ma soprattutto cercando risorse attraverso la vendita di beni comunali (come il Palarocche, la bocciofila e tutti gli edifici pubblici). Una soluzione surreale e dolorosa che al momento, non possiamo escludere».

Andrea Audisio

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