LA MORRA «La comunità di La Morra è un gruppo coeso. Lo siamo sempre stati. Sosteniamo la pace in tutti i modi possibili: con le donazioni, con le parole, con le bandiere, con gli appelli e le dichiarazioni. Tutto serve, ma aiutiamo il popolo ucraino anche aprendo i cuori all’accoglienza di chi scappa. Sono gesti concreti, questi, che ci possono salvare dal baratro». Con queste parole la sindaca di La Morra, Maria Luisa Ascheri, ha salutato gli 80 profughi ucraini, in maggioranza bambine, bambini e ragazzi, insieme ad alcune mamme, che domenica mattina sono arrivati in paese grazie agli autobus messi a disposizione dalla Juventus.
Una delegazione della società bianconera di 20 persone, aveva raggiunto, venerdì, la cittadina di Zahony in Ungheria, nei pressi del confine con l’Ucraina, portando generi di prima necessità, vestiti e medicinali, raccolti nei giorni precedenti, e ripartendo successivamente per l’Italia. Un viaggio di oltre 2.800 chilometri tra andata e ritorno. Gli ospiti ucraini sono alloggiati all’hotel Santa Maria, messo a disposizione grazie all’impegno della Regione e della Protezione Civile regionale. Alcuni dei giovani fanno parte delle scuole calcio ucraine, e sono stati recuperati anche grazie all’impegno di Alex Velykykh, originario di Donetsk, attraverso la Federazione calcio ucraina.
L’Amministrazione comunale di La Morra ha voluto spegnere le luci sul Municipio, mentre la torre campanaria è stata illuminata con i colori della bandiera ucraina. Sulla stessa sventola il vessillo della pace che è stato issato anche sul pennone del Comune. «Abbiamo anche aderito alle iniziative intraprese dalla Regione e dalla Caritas della vicaria di Langa. È il nostro modo per condannare l’invasione dell’Ucraina e tutte le minacce alla libertà e alla democrazia», conclude la sindaca Ascheri.
Daniele Vaira
