VIABILITÀ Se la rotonda è un’opera data per certa, c’è l’incompiuta Asti-Cuneo, in particolare il lotto 2.6a da Verduno a Cherasco, in attesa dell’esito della valutazione d’impatto ambientale (Via). Com’è noto, la soluzione proposta è quella del viadotto esterno.
La scorsa settimana, il sindaco Carlo Bo, il governatore del Piemonte Alberto Cirio e l’assessore regionale ai trasporti Marco Gabusi sono andati a Roma per fare il punto sulle procedure relative all’A33. La data da tenere a mente è il 18 aprile, termine entro il quale i ministeri competenti dovranno pronunciarsi sulla Via.
Spiega Bo: «Siamo stati al Ministero della transizione ecologica e a quello delle infrastrutture, i nostri principali interlocutori. Hanno partecipato all’incontro anche i vertici della società Asti-Cuneo, a cui spetta la realizzazione dell’opera. Era un passaggio importante per capire i tempi delle procedure, in vista della scadenza del prossimo lunedì. In generale, siamo stati rassicurati da tutti i punti di vista, per quanto riguarda l’andamento della pratica e la sua conclusione».
Stando alle parole di Bo, «è ormai evidente a tutti che l’unica soluzione possibile è quella del viadotto esterno, sebbene le associazioni ambientaliste abbiano ottenuto una rivalutazione dell’ipotesi del tunnel».
A quanto pare da Roma verranno richieste alcune integrazioni, ma per il sindaco albese la data della consegna della valutazione d’impatto ambientale non dovrebbe slittare di troppi giorni. Nel frattempo, procedono a ritmo spedito gli interventi sul lotto 2.6b da Roddi a Verduno: «Ci è stato confermato il termine lavori per il prossimo ottobre: il nostro obiettivo è di continuare con il 2.6a senza interruzioni».
Per quanto riguarda il tratto albese, rimane un grande punto interrogativo attorno alla gratuità della tangenziale: «Anche in questa sede, abbiamo ribadito le nostre richieste e quelle del territorio», conclude Bo.
f.p.
