«Ogni anno 900 nuovi pazienti in oncologia»

Appuntamento vincente quello della polenta della solidarietà oggi a Bra 1

SANITÀ La dottoressa Cinzia Ortega è la direttrice della struttura complessa di oncologia dell’ospedale Michele e Pietro Ferrero di Verduno. Ovvero, ne è la primaria. Con il suo staff, composto da medici e da infermieri, effettua quotidianamente la presa in carico dei pazienti oncologici afferenti al territorio dell’Asl Cn2 Alba-Bra.

Raggiungiamo la dottoressa Ortega al telefono, dopo una lunga giornata di lavoro, che ha concluso con la partecipazione a un corso on-line di aggiornamento. Ci risponde con grande disponibilità e cortesia: dalle sue parole traspare la passione per una professione certamente non facile, ma estremamente necessaria in un’epoca che conta un alto numero di tumori.

La dottoressa, domenica 20 marzo, è stata ospite del gruppo Alpini di Bra, che hanno organizzato una polentata solidale per raccogliere fondi da destinare proprio al suo reparto (si veda l’articolo qui accanto, ndr). Notevole la cifra che i volontari hanno racimolato con l’iniziativa: oltre 4.500 euro.

Dottoressa, come utilizzerete questi denari?

Cinzia Ortega
Cinzia Ortega

«Li vorremmo investire per finanziare tutta una serie di progetti mirati al miglioramento della qualità dell’accoglienza dei nostri malati, del loro stile di vita e delle attività che offriamo loro quando vengono in ospedale per sottoporsi ai controlli e alle loro chemioterapie».

Dunque non prevedete acquisto di attrezzature…

«Siamo in un ospedale che è davvero molto fornito di attrezzature di ultima generazione, grazie alla sensibilità della direzione generale e della fondazione Ospedale Alba-Bra Onlus. Per questo motivo stiamo ragionando, con il mio staff, di proposte idonee a migliorare la qualità della vita dei nostri pazienti, che possono andare dalla gestione del loro trasporto alla creazione di un’area relax o antistress per coloro che sono in attesa delle cure».

Il lungo periodo di pandemia ha inciso sull’operatività del suo reparto?

«La nostra struttura di oncologia non ha mai smesso di essere attiva, anche grazie al fatto che i nostri medici non sono stati impegnati nei reparti Covid-19. Abbiamo così potuto continuare a seguire il percorso diagnostico terapeutico di tutti i tumori trattati presso il nostro ospedale e in modo particolare di quelli più frequenti (colon-retto, mammella, polmone e prostata). L’unica parziale riduzione è stata quella degli interventi chirurgici, per la minor disponibilità delle sale operatorie: ma non abbiamo lasciato indietro nessuno; infatti l’attività chirurgica oncologica e delle urgenze è stata sempre garantita. Dal punto di vista strettamente umano, abbiamo cercato di cogliere, dall’isolamento a cui siamo stati costretti, il lato positivo: per esempio la ridotta opportunità di visite dei parenti ai pazienti ricoverati in oncologia ha in alcuni casi creato un rapporto più diretto e una più stretta collaborazione tra il medico, l’infermiere e il malato stesso».

Quanti sono i nuovi casi di tumore nella nostra Asl?

«Nel territorio di competenza dell’Asl Cn2 registriamo, annualmente, circa 900 nuovi pazienti oncologici».

Valter Manzone

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