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Pino Tebano: le comunità energetiche rinnovabili aiutano il futuro

AMBIENTE  «Il sole come futuro energetico, fornitore di tutta l’energia necessaria per sostenere il funzionamento delle nostre società. È un sogno: le lobby e gli interessi economici sulle fonti fossili faranno di tutto per ritardare una simile transizione ecologica. La guerra, poi, per chi vuole continuare a lucrare con i carburanti, risulta un ottimo affare»: così si esprime Giovanni Montani, referente della comunità Laudato si’-Gazzetta d’Alba, in un momento molto critico per gli equilibri internazionali. Secondo il rapporto appena pubblicato dall’Ipcc (Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici), nell’ultimo decennio le emissioni globali medie annue di gas serra hanno raggiunto il livello più elevato della storia dell’umanità e, senza un’immediata riduzione, sarà impossibile limitare il riscaldamento globale: le conseguenze sarebbero irreversibili. Tuttavia, il rapporto nota anche come il tasso di crescita delle emissioni stia rallentando e le iniziative in favore del clima stiano incrementando. È un passo di speranza.

Si tratta di argomenti discussi ad Alba il 9 aprile, durante un incontro organizzato dalla Laudato si’ sul tema delle comunità energetiche rinnovabili (Cer). Pino Tebano – socio attivo di È nostra, da sempre interprete delle iniziative in materia di sostenibilità ambientale, fondatore di Solare collettivo Onlus per la promozione dei Gas (Gruppi di acquisto solidale) fotovoltaici, con la realizzazione di oltre 100 impianti familiari – ha raccontato come il concetto di Cer possa rappresentare il veicolo verso un mondo più sostenibile. Le comunità energetiche producono infatti energia rinnovabile in modo condiviso. In Italia sono solo 20 i gruppi esistenti e altri 7 risultano in fase di allestimento.

Pino Tebano: le comunità energetiche rinnovabili aiutano il futuro
Pino Tebano è stato ospite
ad Alba della comunità Laudato si’-Gazzetta d’Alba.

Ha spiegato Tebano: «Le Cer sono state introdotte da una normativa alla fine del 2021. Si tratta di aggregazioni di persone, piccole e medie imprese, enti o autorità locali (inclusi i Comuni) non animate dal profitto come prima finalità. I gruppi sono fondati sulla partecipazione aperta e volontaria e il loro obiettivo è fornire benefici ambientali, economici o sociali a livello di comunità ai suoi membri, piuttosto che profitti».

È quanto accaduto in provincia di Bari, a Santermo in Colle, cittadina che ha un numero di abitanti simile ad Alba. Qui una rete composta da Comune, 50 famiglie e diverse realtà imprenditoriali ha creato un grande impianto fotovoltaico, dal quale si attendono importanti tagli del costo energetico. Tebano: «Le comunità energetiche sensibilizzano i membri di una comunità, riducono la spesa delle famiglie, favoriscono l’economia locale, creano opportunità di lavoro, rivitalizzano la comunità e mitigano lo spopolamento, favorendo l’inclusione. Qualche anno fa erano pochi a parlare di transizione energetica e uscita dal fossile, oggi vediamo che la sensibilizzazione è aumentata e anche grandi player hanno iniziato, dietro pressione dell’opinione pubblica e della stessa Unione europea, a realizzare impianti rinnovabili. Inoltre, tutti stanno, anche se lentamente, pensando e progettando un’uscita dall’utilizzo delle fonti fossili come occasione per la produzione di energia elettrica. Il cambiamento deve iniziare dal basso».

Sara Elide

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