
ABITARE IL PIEMONTESE Se il Bardo Shakespeare scriveva che «siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni», da queste parti vale la regola che se si vuole combinare qualcosa nella vita vanta calé giù pȓest a ȓa matin (bisogna alzarsi presto al mattino). Così ci è stato insegnato: la campagna piemontese fu molto povera e con l’impegno quotidiano si sono manifestati spiragli di riscatto. Questa settimana ci spingiamo intorno al vocabolo sògn o seugn che dir si voglia. Mi ha sempre colpito il fatto che sonno e sogno in piemontese si esprimano con la stessa parola. Che sògn! è un’esclamazione che può avere almeno tre significati differenti: che sogno, che sonno o che dormita!
Ma come capire quale significato si intende ogni volta? Dal contesto certo, ma più precisamente dipende se questa parola è espressa al maschile o al femminile. Per esempio se dico al femminile e ȓ’heu na sògn! significa ho un sonno! Se invece lo dico al maschile e ȓ’heu ën sògn! significa ho un sogno! C’è poi un’accezione ulteriore di sògn: la tempia. Bàte ant o sògn significa battere nella tempia. Quando l’urto è forte, infatti, quel sògn può risultare fatale. Na ramà ëd sògn è un attacco di sonno, mentre il vezzeggiativo sognèt è il pisolino, quello del dopo mangiato. Ansognochesse significa assopirsi.
L’etimo è latino riconducibile a somnus per il sonno e a somnium o somniare per il verbo sognare. Il mio amico Pietro mi ha raccontato che il nome Leon d’oro di tanti ristoranti con stanze, sia riconducibile alla parola di oggi. Fino a un secolo fa, prima dei veicoli a motore, si viaggiava lenti per tutto il giorno e mezza la notte. L’unico appoggio poteva essere una locanda, quella che aveva una lanterna vicino all’insegna, per poter fare una tappa. In Francia come nel Nord-Ovest d’Italia, l’insegna era rappresentata da un leone dorato che brillava nella notte, un Leon d’oro appunto. Cartoné o viandanti erano spesso analfabeti e quell’insegna che qualcuno pronunciava au lion d’or altro non era che il pittogramma del più prosaico au lit on dort, cioè qui si dorme in un letto, anziché in terra o sulla paglia nella stalla. Abitare il piemontese significa anche sognare in piemontese.
Paolo Tibaldi
