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La Giornata delle comunicazioni sociali nel tempio San Paolo

ALBA Domenica 29 magio, solennità dell’Ascensione, la Chiesa ha celebrato la 56ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. Per l’occasione, monsignor Marco Brunetti ha celebrato l’Eucaristia nel tempio San Paolo di Alba, luogo che il beato don Giacomo Alberione ha voluto erigere in onore dell’Apostolo delle genti, proprio nella città in cui è nato e dalla quale si è propagato nel mondo l’apostolato della Famiglia paolina, che ha come carisma quello di annunciare il vangelo attraverso i moderni strumenti della comunicazione sociale.

La Giornata delle comunicazioni sociali nel tempio San Paolo

La celebrazione in San Paolo chiude la Settimana della comunicazione, celebrata quest’anno a Rieti a livello nazionale, ma che ha avuto in Alba diversi eventi centrati sul tema della Giornata: “Ascoltare con l’orecchio del cuore”. E intanto si aprono le celebrazioni per i 140 anni del settimanale diocesano Gazzetta d’Alba, giornale che ha visto il suo primo numero il 3 giugno del 1882 e da allora ininterrottamente è entrato nelle case degli albesi prima soltanto nel formato cartaceo e da alcuni anni anche in versione digitale.

Di seguito diamo il testo dell’omelia di monsignor Brunetti, che a margine della celebrazione ha ringraziato la Famiglia paolina per la sua presenza e il suo apostolato nella diocesi albese, anche e soprattutto attraverso Gazzetta d’Alba. 

Omelia in occasione della 56ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali dal titolo: Ascoltare, con l’orecchio del cuore.

Tempio di San Paolo –  Alba 29 maggio 2022

Carissimi fratelli e sorelle,

oggi la Chiesa è in festa ed esulta nella solennità dell’Ascensione del Signore Gesù al cielo, dove siede alla destra del Padre.

È ormai tradizione che in questa festa la Chiesa celebri anche la Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali che quest’anno ha come tema “Ascoltare, con l’orecchio del cuore”.

L’evento dell’ascensione di Gesù risorto, come abbiamo ascoltato negli Atti degli apostoli, chiude l’esperienza terrena di Gesù. Questo ritornare al Padre, che Gesù più volte aveva preannunciato ai suoi discepoli, richiama ad una sua discesa che è avvenuta nel mistero dell’incarnazione nel seno della Vergine Maria.

Quel Dio con noi, – che “pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò sé stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò sé stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce” – compiuta la volontà salvifica del Padre, con la sua morte e risurrezione ora sale alla destra del Padre, dove è andato a prepararci un posto e ci attende tutti.

Questo fatto ci dice come il nostro Dio è colui che ci è venuto incontro, è venuto a cercarci, non siamo noi che abbiamo cercato Lui, ma è Lui che si è rivelato a tutti.

Il suo non è un distacco definitivo, ma è una presenza che si realizza nel dono dello Spirito Santo che ha promesso ai suoi apostoli: “Ecco io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso”, come abbiamo letto nel Vangelo.

Vi è un testamento che noi possiamo leggere nei racconti dell’ascensione che abbiamo appena ascoltato, cioè un lascito chiaro ed esplicito: “… riceverete la forza dello Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra”, la missione!

Il compito fondamentale che Gesù risorto ha lasciato ai suoi è quello di essere annunciatori instancabili del Vangelo, della Buona notizia, con tutti i mezzi a nostra disposizione.

Non possiamo correre il rischio di rimanere con lo sguardo all’insù: “Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo?”.

Dobbiamo metterci in cammino e percorrere tutte le vie possibili perché la lieta novella possa raggiungere tutti.

Sono convinto che una via privilegiata sia sicuramente quella delle comunicazioni sociali, attraverso la carta stampata, ma oggi soprattutto attraverso il web, i social, i podcast e tantissimi altri strumenti.

Il beato Giacomo Alberione ha fatto della comunicazione il carisma della Famiglia paolina in tutte le sue diramazioni e presenze sia maschile sia femminile, facendo sì che il Vangelo potesse raggiungere veramente tutti fino agli estremi confini del mondo.

IL messaggio che papa Francesco ci ha consegnato per questa Giornata ci richiama ad un atteggiamento che deve essere fondamentale per ogni operatore della comunicazione, ed è quello dell’ascolto.

L’ascolto, che è diverso del sentire, perché ci coinvolge con la nostra attenzione e coinvolgimento, è lo stesso atteggiamento di Dio.

Sovente nella Bibbia troviamo espressioni in cui Dio si mette in ascolto del suo popolo. È bello il dialogo di Jahvè con Mosè al roveto ardente: ”Ho ascoltato il grido del mio popolo… conosco infatti le sue sofferenze”.

Ma pensiamo anche al primo comandamento nella Thorah: “Shemà Israel – Ascolta Israele” dal libro del Deuteronomio.

Il Papa ci invita ad assumere questo stile e ci chiede che questo ascolto sia con l’orecchio del cuore, cioè vero e profondo.

Anche il Cammino sinodale che stiamo celebrando ha dedicato questi due primi anni all’ascolto, e ci siamo accorti in questo primo anno quanto sia importante ascoltare tutti e farlo con il cuore è un vero arricchimento per tutti.

Anche Maria si è messa in ascolto e ha realizzato la volontà di Dio, affidiamo a Lei e al beato Alberione l’impegno missionario di quanti operano nel settore delle comunicazioni sociali affinché siano sempre fedeli annunciatori del Vangelo.

Amen.

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