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Più autonomia per il Piemonte: partita la negoziazione con il governo

Gelmini Cirio autonomia
La ministra Mariastella Gelmini con Alberto Cirio e Fabio Carosso.

ROMA Trasferire alla Regione oltre cento  funzioni attualmente in capo allo Stato: è la richiesta del Piemonte per ottenere maggiore autonomia differenziata su tutte le 23 competenze previste dagli articoli 116 e 117 della Costituzione.

Il presidente della Regione Alberto Cirio ha incontrato il Ministro degli affari regionali Mariastella Gelmini, insieme a Riccardo Lanzo, presidente della Commissione autonomia del Consiglio regionale, per dare il via alla Fase 2 del percorso già avviato, prima della pandemia. È iniziata la negoziazione con il Governo sul dossier trasmesso a Roma a fine 2019. Il prossimo passo sarà l’approvazione della Legge cornice nazionale, che il Ministro intende portare all’approvazione del Consiglio dei ministri già entro l’estate, e in cui poi verranno incardinate le richieste di autonomia delle singole Regioni.

«Il cambio del Governo e soprattutto l’emergenza sanitaria hanno frenato a livello nazionale l’iter, che adesso però riparte e vede il Piemonte in prima linea su questo tema insieme a Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna», spiega Cirio. «Inizia il dialogo diretto fra le strutture della Regione e quelle dei vari Ministeri per definire nel dettaglio la suddivisone delle competenze e anche i risparmi di risorse che si possono ottenere. L’orientamento del Governo è di riconoscere interamente alle Regioni le risorse spese attualmente sulle funzioni che passerebbero alla gestione regionale. Significa, ad esempio, che se lo Stato spende 100 e la Regione 80 per gestire la stessa materia, il risparmio generato resterà nelle disponibilità del territorio e potrà essere reinvestito per migliorare il servizio o abbassarne i costi per la collettività».

Lanzo ha espresso soddisfazione per la grande intesa che si è venuta a creare con il Ministro affinché il Piemonte possa allinearsi con l’iter di autonomia delle altre Regioni italiane. Appena il Parlamento avrà approvato la legge quadro, il Piemonte potrà concretizzare la sua proposta. Una proposta già formulata in competenze e funzioni per poter lavorare in modo concreto in tempi brevi. Il presidente della Commissione ha ribadito quanto sia fondamentale riportare l’attenzione sulla cosiddetta questione settentrionale per un federalismo fiscale che permetta alle Regioni virtuose di utilizzare i propri risparmi fiscali sul proprio territorio.

La delibera approvata nel dicembre 2019 dal Consiglio regionale del Piemonte, ha ampliato la richiesta presentata dalla precedente amministrazione e chiede in particolare maggiore autonomia differenziata su:

  • Governo del territorio
  • Beni paesaggistici e culturali
  • Protezione civile e infrastrutture
  • Tutela e sicurezza del lavoro, istruzione tecnica e professionale, istruzione e formazione professionale e istruzione universitaria
  • Politiche sanitarie
  • Coordinamento della finanza pubblica e governance istituzionale
  • Ambiente
  • Fondi sanitari integrativi
  • Rapporti internazionali e con l’Unione Europea

«Avere più autonomia ci consentirà di snellire la burocrazia, di avere più risorse, ma soprattutto di gestirle meglio perché più vicini al territorio e alle esigenze reali e concrete dei cittadini che lo vivono ogni giorno», sottolinea Cirio. «Ad esempio sull’ offerta formativa e scolastica che potrà vedere programmi personalizzati a livello regionale sulle competenze richieste dalle realtà imprenditoriali locali, in modo da facilitare, finiti gli studi, la possibilità di trovare un lavoro sul proprio territorio. Sarà possibile anche una gestione diretta regionale di beni culturali di proprietà statale, su una realtà ad esempio come il Castello di Racconigi significherebbe maggiore autonomia per valorizzarla nel circuito delle eccellenze storiche, architettoniche e turistiche regionali. Ma pensiamo anche allo snellimento burocratico, ad esempio sui pareri preventivi da parte dei Beni culturali per le autorizzazioni paesaggistiche: li potremo eliminare per tutti i comuni che si sono già allineati al Piano paesaggistico regionale».

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