Caso Giordano vini: sindacati pronti a valutare lo sciopero, in futuro

Caso Giordano vini: sindacati pronti a valutare lo sciopero, in futuro

DIANO Niente sciopero, per ora, ma non si escludono sviluppi in futuro: lo annuncia Giancarlo Tocchi, delegato della Cgil, branca federazione agroindustria, per lo stabilimento di Giordano vini di Valle Talloria, dopo l’assemblea sindacale tenutasi lo scorso 27 maggio.

La convocazione dopo il brusco arresto alle contrattazioni di secondo livello (quegli accordi integrativi al contratto nazionale decisi dalle singole aziende) fra la proprietà, il marchio Italian wine brand (con sede a Milano) e i referenti di Cigl, Cisl e Uil, il 19 maggio scorso. «In questo periodo c’è un calo di lavoro: era inopportuno uno sciopero. Vedremo quali misure mettere in campo durante i picchi stagionali».

Sul piatto, per la trattativa, c’era, anzitutto, il premio produzione ai dipendenti, «fissato secondo parametri di fatturato irraggiungibili nell’anno in corso», spiega Tocchi, «si è capito che era un espediente per bloccare la trattativa». A preoccupare, oltre ai benefici economici sono gli inquadramenti contrattuali di una parte dei 110 dipendenti dello stabilimento: «Il personale non ha il riconoscimento professionale ed economico adeguato. Inoltre la richiesta di portare a 24 ore l’impegno settimanale di alcune dipendenti, ferme a 16 è stato rigettato».

A queste condizioni, spiega Tocchi, «è difficile andare avanti. Giordano vini è forse l’unica azienda di queste dimensioni a non avere ancora adempiuto alla contrattazione di secondo livello».

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