La povertà non è debellata: l’Emporio Caritas aiuta 759 utenti. Apre l’orto solidale

In soccorso ai più deboli

BRA  Nel primo semestre di quest’anno sono state 759 le persone (un terzo sono minorenni) che vivono a Bra a usufruire dell’Emporio solidale gestito, localizzato negli ambienti di via Vittorio Emanuele, all’interno della Cittadella della carità adiacente alla parrocchia di San Giovanni.

Questo particolare supermercato, promosso dalla Caritas interparrocchiale in collaborazione con il Comune e la struttura organizzativa dell’Asl Cn2 che si occupa di servizi sociali, accoglie utenti che hanno un basso reddito (certificato da un Isee inferiore a 6mila euro).

A Bra sono oltre 700 persone a fare la spesa all’emporio solidale 1

Spiegano i numerosi volontari, circa 80 persone che con diversi turni e compiti garantiscono il funzionamento del negozio: «All’interno dell’emporio si trova il necessario per mettere in tavola i pasti principali e i prodotti per l’igiene, il tutto all’insegna della sobrietà, con una qualità medio-alta e non da discount. Agli utenti chiediamo di contribuire a una parte della spesa: ogni famiglia mette, in base al reddito, 2, 5 oppure 10 euro e li versa nel momento in cui viene in negozio a fare la spesa, offrendo anche ore di volontariato all’Emporio oppure in altri servizi del Comune o della Caritas».

Commenta la direttrice Claudia Alessandri: «Analizzando i dati da inizio anno è facile constatare come la povertà non sia affatto debellata, neppure nei suoi bisogni primari, quali sono appunto quelli alimentari». Aggiunge don Gilberto Garrone, parroco di San Giovanni e responsabile della Caritas: «La pandemia che non accenna a diminuire, unitamente alla crescente crisi economica, fanno aumentare in modo significativo il disagio economico di tanti braidesi, che hanno visto ridursi il lavoro oppure lo hanno perso. Per fortuna continuiamo a vedere un aumento della solidarietà che si traduce nel dare concretamente una mano a chi è nel bisogno».

La povertà non è debellata: l’Emporio Caritas aiuta 759 utenti. Apre l'orto solidale

La Caritas ha da poco inaugurato l’orto sociale, realizzato nel Comune di Sommariva Bosco. «La coltivazione della terra restituisce dignità alle persone fragili», spiega Alessandri. «Il progetto di Cascina ombra, in via Gioberti 10, di cui l’orto è parte integrante, nasce grazie alla famiglia Olivero che nel 2018 ha ceduto, in comodato d’uso gratuito, la casa con annessi terreni coltivabili per far decollare la coltivazione di buoni frutti, eticamente sostenibili».

La casa ospita persone e nuclei familiari in condizione di fragilità sociale e abitativa, offrendo un luogo e un tempo per riattivarsi, aiutati da un accompagnamento educativo. Ancora Alessandri: «I nostri ortaggi sono coltivati per bene; il lunedì e giovedì mattina è possibile raggiungere l’orto per acquistare le verdure fresche, a chilometro zero».

La povertà non è debellata: l’Emporio Caritas aiuta 759 utenti. Apre l'orto solidale 1
I prodotti dell’orto sociale

Questo progetto, gestito assieme alla cooperativa Alice, oggi permette di aiutare una decina di famiglie di profughi, a seguito del conflitto in Ucraina. Un dato molto significativo è quello delle persone che vi hanno trovato lavoro: nell’orto operano 20 utenti svantaggiati, una è assunta in tirocinio, 3 usufruiscono di borse lavoro, finanziate dai fondi Cei dell’8 per mille e altre 3 di appositi pass, erogati dai servizi sociali. Al progetto collaborano anche il Cufrad, centro specializzato nella cura dell’alcolismo, la Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza di Bra e l’Ufficio esecuzione penale esterna di Cuneo, che invia lavoratori di pubblica utilità.

Lo sportello che ascolta: 900 famiglie in cerca di soluzioni

Dal momento della sua attivazione, il Centro di ascolto, uno dei tanti servizi funzionanti all’interno della Cittadella della carità di Bra, ha ricevuto 900 famiglie, 360 delle quali incontrate nel lasso temporale intercorso tra gennaio e giugno 2022.

In genere vengono accolte famiglie che vivono una condizione di disagio, spesso sommerso, che nella maggior parte dei casi intendono mantenere tale. Al Centro d’ascolto, attivo da 6 anni, il 65 per cento dei nuclei familiari presi in carico sono costituiti da stranieri; accedono persone che sono sicure di trovare qualcuno disponibile a condividere le loro preoccupazioni e a cercare insieme qualche soluzione ai problemi più impellenti.

«La Cittadella, con i suoi variegati servizi», racconta una delle tante volontarie che si impegna per far funzionare lo sportello, «è una realtà complessa, che accoglie, grazie all’opera di tanti volontari, i componenti dei quasi mille nuclei familiari che arrivano al Centro di ascolto per diversi bisogni, sia di tipo economico sia relazionali». Molteplici le prestazioni erogate: il 60 per cento sono dirette a famiglie con 3 o più minori a carico; metà degli utenti chiede soccorso per pagare bollette, medicinali o affitti mentre il restante 50 per cento necessita di aiuto per visite mediche, compilazione dei moduli per il permesso di soggiorno o ricerca della casa, orientamento tra i servizi sociali, Informagiovani e Centro per l’impiego.

La Cittadella è completata dalla Mensa dell’incontro, luogo in cui chi è più in difficoltà può consumare un piatto caldo. Sono 25 i pasti giornalieri erogati, che danno concretezza alla filosofia Caritas: promuovere lo sviluppo integrale della persona e l’attivazione della comunità, per creare una società giusta e inclusiva, senza lasciare nessuno ai margini.

v.m.

 

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