Ultime notizie

Sulle vette alpine nell’entroterra di Andora, sulle tracce del partigiano Felice Cascione

Sulle vette alpine nell’entroterra di Andora, sulle tracce del partigiano Felice Cascione
Andora © Barile

ITINERARI Non tutti forse sanno che la famosa canzone partigiana Fischia il vento, scritta sulle note della popolare Katiuscia, fu scritta nelle alture del Ponente ligure, dove operava la banda garibaldina del medico Felice Cascione. Nato a Imperia, il suo nome di battaglia era U megu, termine che in ligure indica proprio la sua professione. Il dottore troverà la morte ad Alto il 27 gennaio 1944, tradito da due repubblichini che aveva graziato. L’itinerario proposto, che misura circa dieci chilometri per un impegno di tre ore di camminata, tocca quello che fu il secondo rifugio di Cascione e dei suoi uomini nell’entroterra ligure.

In macchina, per chi arriva da Andora, occorre prendere in direzione Stellanello. Dopo dieci chilometri pianeggianti si supera il paese e si sale verso Testico. Altri due chilometri e, in prossimità della frazione Armati, si imbocca una stradina che conduce ad alcune borgate, per raggiungere il santuario di Santa Maria del bosco. Parcheggiando nei pressi dell’edificio di culto, a 439 metri d’altitudine, si è immersi tra maestosi alberi e, nel piazzale, è presente un castagno centenario.

A questo punto ci si addentra nel fitto bosco prendendo, a cento metri dall’edificio, un sentiero segnalato da frecce gialle e rosse. Questa prima parte si sviluppa in leggera salita, all’ombra della vegetazione e con l’acqua che scende in vari ruscelli, e rende l’idea di come potesse essere la quotidianità partigiana, fatta di continui spostamenti alla ricerca di un rifugio per sfuggire ai nazifascisti.

Sulle vette alpine nell’entroterra di Andora, sulle tracce del partigiano Felice Cascione 1
Il partigiano Felice Cascione

In circa quaranta minuti, dalle fronde, appare il primo punto significativo dell’escursione: il cason du bëu, il rifugio usato dai garibaldini di Cascione. Cason è un termine del vernacolo locale equiparabile al nostro ciabot. L’edificio è ora un rudere ed è stato riscoperto alcuni anni fa dall’associazione Fischia il vento. Accanto al casone è stata ricavata una piccola area di sosta con panchine. Sono presenti anche un pannello recante il testo integrale dell’inno partigiano e un pennone con il tricolore.

Proseguendo sul sentiero a destra, dove è necessario non abbandonare l’evidente traccia perché il tratto è privo di segnavia, in circa mezz’ora si sale al passo San Giacomo (a 760 metri d’altitudine), dove ha inizio la seconda parte del percorso, molto panoramica e nuovamente palinata. Siamo sul crinale che divide le province di Savona e Imperia, circondati da verdissimi prati. In questo tratto sicuramente troverete compagnia: sono infatti numerosi i bovini al pascolo e i cavalli bradi presenti qui, da osservare ma non infastidire.

La prima vetta cui si giunge è il pizzo Montin (a 952 metri d’altitudine). Da qui è possibile vedere il nostro obiettivo principale, la piramide erbosa del pizzo d’Evigno, raggiungibile in venti minuti. L’ultimo tratto è impervio, ma la vista ripaga senza dubbio. La vista si apre su larghi tratti della costa ligure, siamo a 989 metri: il simbolico traguardo dei mille è raggiunto dalla grande croce metallica di undici metri. Alla base è custodito il libro di vetta, dove lasciare una testimonianza del proprio passaggio.

Ritemprati, si discende la conica cima e si arriva a una sella. Per chi avesse ancora energie, in una decina di minuti si può salire al monte Ceresa (913 metri), dove è presente un cippo con un cappello da Alpini. Altrimenti, dal bivio, si piega verso il sentiero sottostante.

Dopo una decina di minuti si incontra una strada sterrata, raggiungibile oltrepassando la recinzione elettrificata (basta sganciare la manopola e riattaccarla). Si passa di fianco a una stalla e, in poco tempo, si torna al punto di partenza.

INFORMAZIONI UTILI

Per raggiungere Andora da Alba, si può scegliere se imboccare la Torino-Savona a Marene o Millesimo. Da Savona si va verso Ventimiglia, si esce ad Andora seguendo la direzione Stellanello e, dopo 12 chilometri, si arriva in frazione Armati, dove c’è il bivio per la chiesa di Santa Maria, punto di partenza dell’itinerario. Tra le strade alternative, si può prendere, a Ceva la statale 28 del Colle di Nava o la ex 582 del Colle San Bernardo. Le arterie si immettono sull’Aurelia ad Albenga e Imperia: da lì, si segue per Andora.

 Davide Barile

Banner Gazzetta d'Alba