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Alba: un giro per bar e locali del centro fra turisti stranieri e prezzi più alti

Alba: un giro per bar e locali del centro fra turisti stranieri e prezzi più alti
© Marcato

RINCARI Con l’autunno la colazione al bar potrebbe essere più cara, lo stesso potrebbe succedere con un pranzo o una cena al ristorante. Gli esercenti, infatti, sono alle prese con il caro bollette, ma anche con i prezzi delle materie prime. A dire il vero il ritocco c’era già stato mesi fa: la tazzina di espresso, al banco, in parecchi casi aveva raggiunto e persino superato la soglia psicologica di un euro e 20 centesimi. Con la crisi energetica si teme un ulteriore peggioramento dei prezzi.

POCHI CLIENTI ITALIANI

Qual è la situazione ad Alba, città creativa Unesco per l’enogastronomia? Nelle vie del centro storico i clienti non mancano: a poche settimane dall’inizio della Fiera del tartufo, ai tavolini dei locali, i turisti sono i più presenti. Certo, gli albesi non sono spariti, ma l’impressione è che quest’anno l’alta stagione del turismo sia iniziata prima del solito. Spiegano i gestori di un bar del centro: «Se non per le colazioni al mattino, durante il giorno non vediamo quasi più albesi. L’aperitivo del tardo pomeriggio è praticamente scomparso, perché è un’abitudine tipicamente italiana e gli stranieri mangiano a qualsiasi ora del giorno, anche alle quattro di pomeriggio».

Dietro al bancone, scritto a caratteri chiari, c’è il prezzo del caffè: un euro e venti centesimi, se si consuma senza sedersi al tavolo, in linea con la maggior parte degli altri locali. In un altro bar, ci dicono, l’aumento risale a fine maggio: «Siamo passati da un euro e 10 a uno e 20, come hanno fatto la maggior parte dei colleghi. Non ci sono segreti: è tutto scritto nero su bianco sul listino. Capita che le persone si lamentino, ma non si rendono conto che è tutto più caro? Persino il caffè negli autogrill è aumentato», aggiunge il titolare. Per chi consuma seduto, tra i diversi locali ci sono alcune differenze: in generale, sempre in centro, il prezzo oscilla tra un euro e 50 centesimi e un euro e 70, con alcune piccole variazioni. C’è anche chi ha mantenuto il prezzo invariato di un euro al bancone, come in un locale a pochi metri da piazza Risorgimento: «È tutto più caro anche per noi, ma si tratta di scelte personali. Finché riusciamo ad andare avanti così, ci proviamo», commenta la titolare.

BRIOCHES PIÙ CARE

In un bar del centro storico le brioches sono passate da un euro e 40 a un euro e 50 centesimi l’una, lo stesso si nota anche con biscotti, pezzi di torta e altri dolci per la colazione o la merenda. «Se il mio fornitore ha aumentato il prezzo dei biscotti, è inevitabile che anche io debba apportare modifiche. Non sarebbe sostenibile comportarsi diversamente: questo discorso le persone faticano a capirlo», precisa il proprietario. In un bar-pasticceria, snocciolano i costi delle materie prime: «Negli ultimi tempi il prezzo del latte è salito di 35 centesimi e la farina di 30: è il terzo aumento solo nell’ultimo anno. Per non parlare delle bollette e in generale di tutte le spese: stiamo cercando di mantenere gli stessi prezzi per i prodotti di pasticceria, ma è molto complicato».

VICKY E STEVE AD ALBA

Tra i turisti, incontriamo Vicky e Steve, coppia inglese di mezza età. Sono ad Alba per la terza volta. Appassionati di enogastronomia, stanno mangiando un piatto di carne cruda, seduti al tavolino di un caffè che propone anche dei pranzi: «Alba è sempre meravigliosa e l’ac-
coglienza è ancora migliorata rispetto a quanto ricordavamo. L’ultima volta ci eravamo stati nel 2019, prima della pandemia e aspettavamo con ansia di poter tornare», dice Steve. Gli chiediamo se hanno notato qualche cambiamento nei prezzi: «Ci sembra tutto un po’ più caro, ma parliamo di cifre minime rispetto a quelle di Londra o alla Germania».

L’antipasto di carne cruda che hanno scelto costa dieci euro, come gli altri presenti nel menù. «Ci ricordavamo si mangiasse un piatto con sette o otto euro, ma forse è salita anche la qualità della presentazione», dicono.

Nel caso dei ristoranti, è difficile avere una visione generale: le fasce di prezzo sono molto diverse. In generale, se si guarda ai menù dei bar che si occupano di ristorazione e ai locali di fascia media, i primi oscillano tra dieci e dodici euro; i secondi da quattordici a diciotto euro, con i prezzi più alti se si mangia carne. Per le insalate, le quotazioni più gettonate sono tra otto e dieci euro, a seconda degli ingredienti.

20 EURO PER UN PRANZO

Commenta un albese, seduto in un locale con la moglie, in pausa pranzo: «Fino ad alcuni anni fa, in due, spendevamo meno di trenta euro per due piatti, due bottigliette d’acqua e due caffè. Adesso arriviamo quasi a quaranta. Lo stesso per due pizze, due dolci e due birre: a volte si superano anche i quaranta euro». Un pizzaiolo ci porta il suo punto di vista: «Le persone non hanno coscienza di quanto costino le materie prime e le bollette per un locale di medie dimensioni. Siamo già preoccupati per l’autunno, quando bisognerà fare i conti anche con il riscaldamento». 

Francesca Pinaffo

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