Ultime notizie

Guida al voto senza alcuna indicazione di partito

PENSIERO PER DOMENICA – XXVI TEMPO ORDINARIO – 25 SETTEMBRE

Per una strana o provvidenziale coincidenza le letture della XXVI domenica possono essere una buona guida per chi si reca a votare. Ovviamente nei testi biblici non ci sono nomi di partito, ma molti spunti per riflettere e scegliere.

Guida al voto senza alcuna indicazione di partito
Lazzaro e il ricco epulone, miniatura tedesca dell’XI secolo, dal Codice aureo di Echternach.

E se gli spensierati di Sion fossimo noi? Nella prima lettura (Amos 6,4-7), il profeta contadino condanna le lussuose residenze degli aristocratici di Samaria, la loro vita di continuo divertimento, ma soprattutto la loro indifferenza di fronte alla povertà circostante. Sembra un’immagine del mondo in cui viviamo, con alcuni che vivono una vita molto più agiata dei signori di Samaria, mentre i più poveri sono sempre allo stesso livello: «Venduti per un paio di sandali», come ci veniva ricordato domenica scorsa o accampati lungo la via come il Lazzaro del Vangelo di oggi (Lc 16,19-31).

Lo sguardo di Gesù sulla realtà. Con la notissima parabola del ricco gaudente e di Lazzaro, Gesù ripropone per l’ennesima volta il ribaltamento del modo di vedere la realtà tipico del suo tempo. Ricordiamo la tradizionale teoria della retribuzione che riteneva la ricchezza e il benessere segni della benevolenza divina, quasi il giusto premio per la rettitudine di vita. Al contrario, Gesù rivela che la ricchezza, oltre un certo limite, è un insulto alla povertà e fonte di separazione da Dio e dai fratelli. La logica di Gesù è quella del Magnificat, dove si canta Dio che «rovescia i potenti dai troni ed esalta gli umili» o delle Beatitudini, nella versione di Luca: «Beati voi poveri… guai a voi ricchi».

Come uscire da questa situazione? Nel Vangelo non troviamo né un programma politico né un piano economico, ma tre chiare indicazioni comportamentali. Prima di tutto la condanna dell’indifferenza. Il ricco della parabola non fa del male, semplicemente non vede il povero o finge di non vederlo. È un rischio anche per noi che abbiamo i poveri non fuori, ma dentro le nostre case, portati dai mezzi di comunicazione sociale. Le altre indicazioni le ricaviamo dall’invito di Gesù ad ascoltare «Mosè e i profeti», visto che nemmeno la risurrezione dai morti è riuscita a scuoterci dall’indifferenza. Innanzitutto l’invito ad ascoltare i profeti di oggi – papa Francesco in testa – che, come Amos, denunciano i drammi della povertà. Ma i profeti da soli non bastano: ci vuole anche Mosè, che simboleggia il ruolo essenziale di leggi giuste, applicate e fatte rispettare con inflessibilità. Senza leggi giuste nessuna seria lotta alle ingiustizie sociali è credibile.

Lidia e Battista Galvagno

Banner Gazzetta d'Alba