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Omicidio Pesce: sgomento a Canelli e fra i commercianti albesi

Omicidio a Canelli: prima notte in carcere per Piero Pesce 2

ALBA Una persona gentile che, qualche volta, veniva a fare visita al figlio in tabaccheria al figlio: così un esercente di piazza Cristo Re descrive Piero Pesce, il sessantunenne che ieri (mercoledì 23 novembre), secondo le prime ricostruzioni degli inquirenti, avrebbe ucciso a coltellate il figlio Valerio, di 26 anni, al termine di una violenta lite domestica in un appartamento  di viale Indipendenza a Canelli. «Ogni tanto veniva a fare visita al figlio», racconta, «il negozio era chiuso da 15 giorni, un cartello avvisava che l’interruzione del servizio si sarebbe protratto fino alla fine dell’anno per motivi di salute. La vittima era una persona molto riservata: gestiva la tabaccheria assieme alla compagna», racconta l’uomo che preferisce mantenere l’anonimato.

Da Canelli, città natale della vittima viene la testimonianza di Gabriele Fabiano, amico della vittima: «Da un mesetto era tornato a Canelli dopo essersi trasferito ad Alba 7 anni fa, quando aveva avviato la tabaccheria: ci siamo visti un momento l’altro giorno ripromettendoci di trovarci poi, ieri, c’è stata la tragedia». Il giovane conosceva la vittima fin dall’infanzia: «Frequentavamo i campi da calcetto di Santa Chiara, Valerio è sempre stato un ragazzo tranquillo. Sua madre si era ammalata quando frequentava le superiori e lui le teneva compagnia».

 

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