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Centro sportivo San Cassiano, 11 inserimenti nello staff durante il 2022

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ALBA Il Centro sportivo San Cassiano, fondato da don Gianolio e gestito da anni dal Consorzio sinergie sociali, è una realtà che porta avanti l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate, anche in sinergia con il consorzio socio-assistenziale. La scorsa settimana, come ogni anno, lo staff si è trovato per un incontro di fine anno.

Ed è stata l’occasione per fare il punto sull’andamento dei dodici mesi appena trascorsi. Come spiega Gian Piero Porcheddu, direttore del Consorzio sinergie sociali, «il 2022 per noi si chiude con numeri molto significativi, con 11 nuovi inserimenti di persone svantaggiate, che si aggiungono alle altre cinque persone già inserite negli anni passati e rimaste in organico».

In totale, sono 16 le persone che hanno lavorato nel progetto nell’ultimo anno. A spiegarne meglio gli obiettivi è il referente Lorenzo Cane: «La maggior parte dei nostri inserimenti riguardano donne e uomini con disabilità intellettiva e con psicopatologie, ma alcuni presentano anche altri tipi di fragilità. Ogni percorso ha di solito una durata che varia da sei mesi a un anno, ma non è tassativo, nel senso che l’obiettivo è accompagnare la persona in un percorso di crescita, proprio attraverso il lavoro. Parecchi ragazzi, prima di quest’esperienza, avevano mai lavorato: grazie al progetto San Cassiano, si sono messi alla prova in un contesto protetto e accogliente, ricevendo una regolare retribuzione».

C’è chi lavora al bar e chi nell’impianto sportivo, chi all’accoglienza e chi alla manutenzione: «Per ogni persona, cerchiamo di identificare la situazione migliore, favorendo la collaborazione». Al centro, è nata anche l’associazione Liberamente sportivi asd, che promuovere lo sport per tutti. «Per alcune persone che hanno lavorato con noi in questi anni, è già cominciata la seconda fase: terminata l’esperienza al centro, hanno trovato un’occupazione in un contesto non più protetto, entrando a tutti gli effetti nel mondo del lavoro. È questo l’obiettivo a cui puntiamo».

Certo, se i risultati sono stati parecchi anche nel 2022, l’anno non è stato semplice: «Dopo il Covid, che non ci ha permesso di aprire gli impianti per un lungo periodo, speravamo in un anno senza scossoni. Ma purtroppo non è stato così, per via di un contesto economico in cui abbiamo assistito a un aumento significativo delle spese, dalle materie prime alla componente energetica, senza dimenticare l’affitto della struttura. Proseguiamo come sempre, ma sarebbe quasi impossibile sopravvivere senza il sostegno di enti come le fondazioni bancarie e la diocesi».

Francesca Pinaffo

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