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Alba-Asti si viaggia entro l’anno, il futuro nel segno dell’idrogeno

Treno estivo della Val Tanaro il 4 settembre

LA BUONA NOTIZIA Non solo Asti-Cuneo: il 2023, nei piani della Regione Piemonte, sarà l’anno decisivo anche per la riattivazione della linea ferroviaria Alba-Asti, sospesa nel 2012. La tratta registrava una media di duemila passeggeri al giorno, cifra che oggi potrebbe essere molto superiore, basti pensare al- l’aumento esponenziale dei flussi turistici dal 2014 in poi, con la possibilità di migliorare non solo gli spostamenti sulle colline patrimonio Unesco, ma anche i collegamenti con la Lombardia e la Liguria. Senza dimenticare l’importanza del servizio per i residenti, anche perché nel frattempo il Tribunale di Alba è stato accorpato con quello di Asti; per non parlare degli studenti universitari iscritti all’Università del Piemonte orientale, che si districano al momento tra mezzi pubblici inefficienti.

E se la ferrovia è diventata la chiave condivisa per una svolta green, l’obiettivo è ora più ambizioso, con un futuro nel segno dell’idrogeno. Ne abbiamo parlato con Marco Gabusi, assessore regionale ai trasporti, che conferma: «Il 2023 sarà l’anno della riapertura, fissata per il mese di ottobre, come da previsioni. La Rete ferroviaria italiana sta completando i lavori strutturali. La linea è stata inserita anche nel contratto aggiornato con Trenitalia, con la previsione di sei corse all’andata e sei al ritorno nei giorni feriali, con fermate intermedie a Neive, Castagnole, Costigliole e Isola d’Asti».

Prima della sospensione, la linea contava 28 corse al giorno: «Al momento, si punta all’avvio con queste modalità. In seguito, anche per quanto riguarda le eventuali corse nei festivi, verranno effettuate le opportune valutazioni e non sono da escludere degli aggiornamenti», spiega Gabusi.

Per la Regione, il mantenimento della linea avrà un costo di circa 3 milioni di euro all’anno. E se in una prima fase il servizio verrà garantito da treni a diesel, la novità è che a breve palazzo Lascaris ufficializzerà la candidatura per la conversione a idrogeno: «Aderiremo al bando attivato dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, insieme a Rfi, presentando il progetto per l’Alba-Asti come prima ferrovia piemontese indicata per questa importante trasformazione. C’è già stata una prima tranche di progetti per le linee attive, con l’apertura di una nuova finestra per quelle sospese, di cui beneficeremo. Dal nostro punto di vista, è la soluzione migliore, tra l’altro percorribile solo per tratte che al momento non sono elettrificate».

Inoltre, la Regione ha inaugurato il nuovo anno con l’apertura del bando per l’individuazione dei siti industriali dismessi che potranno essere convertiti alla produzione di idrogeno verde.

Al momento, in Italia la tecnologia a idrogeno applicata alle ferrovie è ancora da sviluppare: non esistono cioè stazioni di rifornimento e la rete di base necessaria, ma il Piano nazionale di ripresa e di resilienza può aprire la strada a diverse sperimentazioni. Ne è convinto il presidente della Regione Alberto Cirio: «Il bando ha un importo complessivo di 19,5 milioni di euro: finalmente, dopo un periodo di programmazione, si potranno presentare i primi progetti per la produzione di idrogeno, da utilizzare sia nei processi industriali che nel trasporto pubblico».

Il bando scadrà il 28 febbraio, con l’approvazione della graduatoria entro fine marzo. Tramite il finanziamento, si potranno installare elettrolizzatori sui siti dismessi, così da produrre idrogeno a partire da energia elettrica prodotta da impianti da fonti rinnovabili di nuova costruzione. I progetti dovranno già prevedere l’utilizzo dell’idrogeno e l’immissione nella rete, entro un raggio di 50 chilometri dal sito di produzione.

Riprende Gabusi: «Abbiamo già effettuato una premanifestazione d’interesse, dalla quale sono emerse una serie di candidature. In particolare, una proviene dalla zona di Asti e riguarda un sito di San Marzanotto». Senza dimenticare, infine, che proprio nella Granda, a Savigliano, è già presente l’Alstom, l’azienda che ha sviluppato e realizzato il primo convoglio al mondo alimentato da celle a idrogeno».

Poche corse, ma Alba progetta alla grande

Coronavirus: Trenitalia e Italo cancellano i biglietti, soppressi alcuni treni«Una buona notizia, ma con parecchie ombre». Lo dice Fulvio Bellora, referente del Comis, Coordinamento per la mobilità integrata e sostenibile, che da anni si batte per la riattivazione dell’Alba-Asti. Non possiamo che accogliere con favore la notizia, anche perché per molto tempo il recupero della ferrovia sembrava quasi utopico. Fondamentale è stato il contributo della fondazione Ferrovie dello Stato, che ha effettuato i primi lavori, riportando a viaggiare i treni storici. Ci auguriamo pertanto di vedere davvero ripartire la linea dal prossimo ottobre, ma al contempo pensiamo che questo territorio e la stessa tratta meriterebbero molto di più: per una zona a forte vocazione turistica è un controsenso che non siano previsti treni nei festivi o che si parta con solo sei coppie di corse al giorno, un numero al di sotto degli standard minimi e insufficiente per garantire un servizio in grado di ridurre il numero di auto in circolazione. La previsione sarebbe stata accettabile, in presenza di un piano mirato per aumentare le corse, ma al momento non ci risulta una chiara intenzione di proseguire in questa direzione».

Sulla questione legata all’idrogeno, prosegue Bellora: «Fin dall’inizio, abbiamo chiesto che la linea ferroviaria venisse attivata a prescindere dall’idrogeno. E, se tutto andrà per il meglio, sarà così. Possiamo aggiungere che parliamo di una tecnologia green, ma al momento ancora del tutto da sviluppare, con i primi risultati visibili tra un minimo di tre o quattro anni: avremmo preferito un sistema ibrido sia a motore che elettrificato, come avviene per esempio in Valle d’Aosta. In questo modo, i tempi sarebbero stati più ristretti, con risultati in termini ambientali paragonabili a quelli dell’idrogeno», conclude Bellora, che domani, mercoledì 14, parteciperà per rappresentare il Comis alla Commissione trasporti della Regione, proprio per parlare del contratto con Trenitalia, compresa la questione dell’Alba-Asti.

Va detto che le aspettative non mancano ad Alba, dove si parla da tempo dell’innovativo quartiere a idrogeno che potrebbe ruotare intorno alla tratta ferroviaria in riattivazione e che dovrebbe comprendere il palazzetto per il turismo di via Liberazione, che Banca d’Alba pare decisa a finanziare, oltre a investimenti della Miroglio in via Santa Barbara.  

 Francesca Pinaffo

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