Fiume Po: la magra invernale non regala ottimismo

Fiume Po: la magra invernale non regala ottimismo
Il Po tra Piacenza e Pavia

SICCITÀ L’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici dell’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po si è riunito il 9 febbraio  e le relazioni dei tecnici  evidenziano una situazione di conclamato deficit idrico in gran parte delle regioni del Nord, Piemonte e Lombardia in testa ma anche in Veneto e Trentino e una differenza meno marcata rispetto allo scorso anno, nell’area Emiliano Romagnola dove le ultime piogge, corredate da alcune nevicate, hanno contribuito a ricaricare i torrenti Appenninici e di conseguenza a incrementare le portate del fiume fiume.

Il Po registra portate oscillanti ma in progressivo calo. Il 31 gennaio i valori rilevati erano:

  • San Sebastiano (Torino) 37 metri cubi al secondo;
  • Casale Monferrato (Alessandria) 58 mc/s;
  • Valenza (Alessandria) 111 mc/s;
  • Isola Sant’Antonio (Alessandria) 154 mc/s;
  • Spessa Po (Pavia) 265 mc/s;
  • Piacenza 373 mc/s;
  • Cremona 503 mc/s;
  • Boretto (Reggio Emilia) 615 mc/s;
  • Borgoforte (Mantova) 761 mc/s;
  • Pontelagoscuro (Ferrara) 802 mc/s.

L’aggiornamento del  9 febbraio ha visto scendere a 610 la  portata a Pontelagoscuro con livelli sopra i minimi storici, ma ben al di sotto delle medie del periodo.

Una delle principali criticità dello scorso anno fu il perdurante e scarso riempimento dei grandi laghi alpini; anche quest’anno le avvisaglie monitorate dagli enti regolatori rappresentano già una soglia di acqua invasata estremamente scarsa per rappresentare una “scorta” in grado di rispondere, se non pioverà ancora abbondantemente, alle esigenze dei prossimi mesi in cui prenderà il via la stagione dell’irrigazione.

Il livello di invaso dei grandi laghi è generalmente stazionario, solo il Maggiore registra un lieve e costante incremento.

Rispetto al massimo valore d’invaso, le percentuali di riempimento sono:

  • 46,3% per il lago Maggiore,
  • 19,6% per il lago di Como,
  • 17,7% complessivamente per il lago d’Iseo e il lago d’Idro,
  • 24,7% per il lago di Garda.

Anche sul fronte delle temperature si registra un incremento generalizzato di 1°-1,5°C nel mese di gennaio, mentre la neve, che a differenza dello scorso anno è caduta (inferiori alle medie, superiori alle minime) è comunque risultata scarsa sui rilievi Alpini e quindi non sufficiente per alimentare con continuità anche i bacini artificiali deputati alla produzione di energia idroelettrica.

Nel delta del Po preoccupa anche l’intrusione salina che potrebbe incrementarsi in caso di diminuzione della portata del fiume.

Importante, nell’analisi approfondita del contesto, la segnalazione comunicata da Utilitalia (l’associazione che riunisce i gestori del servizio idrico integrato) che segnala un abbassamento ulteriore delle falde acquifere sotterranee per impiego idropotabile e un approvvigionamento già effettuato con autobotti nel Biellese e nel Novarese, oltre a numerosi comuni in stato di preallarme.

Anbi, l’associazione dei consorzi di bonifica, ha sottolineato che, come lo scorso anno, si sia completamente dipendenti dalle incerte future precipitazioni per iniziare l’irrigazione continuativa delle colture.

A inizio seduta il segretario generale di Adbpo Alessandro Bratti è intervenuto sulla situazione generale che si sta delineando nel distretto, rimarcando la necessità di intervenire per tempo sulle leve legislative a disposizione della governance distrettuale per poter affrontare le potenziali crisi idriche, sempre più frequenti, con strumenti decisionali idonei ai livelli delle necessità: «La normativa del 2006 richiede un adeguamento rispetto alla governance territoriale a causa dei mutamenti climatici. Sarebbe necessario mettere mano alla legge per incrementare le possibilità di adattamento alle crisi idriche e le opportunità di difesa».

Complessivamente il livello di severità idrica è dunque confermato medio (arancione) con assenza di precipitazioni. L’Osservatorio tornerà a riunirsi il 9 marzo.

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