Terremoto in Siria: partito da Levaldigi il team sanitario della Regione Piemonte

IL PRESIDENTE DELLA REGIONE PIEMONTE, ALBERTO CIRIO: «AIUTARE CHI HA BISOGNO È UN DOVERE MORALE, SIAMO ORGOGLIOSI DEI NOSTRI SANITARI E DEI NOSTRI VOLONTARI». L’ASSESSORE REGIONALE ALLA SANITÀ, LUIGI GENESIO ICARDI: «METTIAMO A DISPOSIZIONE LE NOSTRE MIGLIORI PROFESSIONALITÀ».

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LEVALDIGI Sono partiti questa mattina (mercoledì 15 febbraio), dall’aeroporto cuneese, i due aerei della Guardia di finanza con a bordo il team sanitario della maxiemergenza regionale alla volta della Turchia, dove l’organico sarà impiegato nell’ospedale da campo Emergency medical team type 2 messo a disposizione dalla Regione Piemonte per il soccorso dei terremotati turchi. L’ospedale da campo è arrivato ieri (martedì 14 febbraio) al porto di Alessandretta, trasportato dalla nave militare San Marco, insieme a 40 volontari della Protezione civile del Piemonte, che ne stanno curando l’allestimento nell’area di un impianto sportivo vicino all’ospedale di Antiochia distrutto dal terremoto. A salutare la partenza dei sanitari piemontesi c’erano il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e l’assessore alla Sanità, Luigi Genesio Icardi.

«Aiutare chi ha bisogno non è solo un dovere istituzionale», ha detto il presidente Cirio, «ma un dovere etico e morale, scritto nel cuore di ognuno di noi. A un anno dai voli che da Torino partivano per andare a prendere i bambini e i ragazzi malati di cancro dell’Ucraina per curarli al Regina Margherita di Torino, oggi il nostro ospedale da campo per le emergenze internazionali parte per prestare soccorso alle popolazioni terremotate della Turchia. Diciamo grazie ai nostri sanitari e ai volontari della Protezione civile che rappresentano l’orgoglio piemontese e italiano nel mondo». Ha aggiunto l’assessore Icardi: «Ringrazio il personale sanitario piemontese che ancora una volta si è dimostrato pronto a rispondere con generosità e grande spirito di servizio all’ennesima chiamata della Protezione civile nazionale sul fronte delle catastrofi che maggiormente richiedono soccorsi sanitari tempestivi ed efficaci. Mettiamo a disposizione della comunità internazionale le migliori professionalità sanitarie della nostra Regione, con un ospedale da campo unico in Italia e tra le dodici strutture di questo genere al mondo».

L’OSPEDALE DA CAMPO DELLA REGIONE PIEMONTE
L’ospedale da campo della Regione Piemonte è costituito da 14 tende per strutture mediche (una tenda per triage/accettazione, due Pronto soccorso, un’unità di terapia intensiva con quattro posti letto, una sterilizzazione e pre-sala operatoria, una sala operatoria, una sala parto naturale-cesareo convertibile in seconda sala operatoria, tre degenze da venti posti letto, una sala radiologica-laboratorio analisi, una tenda di isolamento per malati infettivi con due posti letto, una farmacia-magazzino, un obitorio e una tenda di comando per Direzione sanitaria e logistica), oltre a 16 tende per servizi e logistica (otto dormitori, un dormitorio diurno per il personale del turno di notte, cucina, refettorio, docce, per lavanderia e due zone relax). A queste, si aggiungono 15 tende bagno con cabine singole per personale e degenti, tre generatori elettrici, un impianto elettrico campale dotato di selettività verticale e orizzontale, trasformatore di isolamento per sala operatoria, ups per sala operatoria, icu e laboratorio-radiologia, un impianto idraulico campale composto da serbatoi flessibili, sistema acqua fredda e calda, un sistema di purificazione e potabilizzazione dell’acqua, un produttore di ossigeno, una cucina attrezzata per 100 persone a pasto, approvvigionamento alimentare per 7‐10 giorni e un veicolo trainante dotato di carrello elevatore. L’ospedale, del volume complessivo equivalente a una trentina di container, sarà allestito su una superficie di almeno quattromila metri quadrati.

IL TEAM SANITARIO
Il team sanitario, coordinato da Mario Raviolo, è composto da 76 persone: un team leader (chirurgo), un deputy team leader (chirurgo), un medico infettivologo, quattro medici urgentisti, un medico pediatra, cinque medici anestesisti, quattro chirurghi, tre chirurghi ortopedici, due ginecologi, un’ostetrica, un fisioterapista, trentuno infermieri (inclusi coordinatori, strumentisti, infermieri per la sala operatoria), due tecnici di radiologia, due tecnici di laboratorio, un  assistente amministrativo, un ingegnere, tre tecnici logisti e dodici tecnici logistici afferenti al coordinamento regionale del volontariato di Protezione civile. Dice Raviolo: «Contiamo di rendere l’ospedale completamente operativo entro la sera di venerdì 17 febbraio. Sappiamo d’intervenire in una delle zone più disastrate del Paese, ma siamo preparati a farlo, grazie all’esperienza maturata in molti anni di attività. Il governo turco ha già preso contatti con il nostro team per organizzare l’accesso dei pazienti all’ospedale».

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