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Pons e Caritas insieme per l’emergenza casa

Pons e Caritas insieme per l'emergenza casa
Il centro di via Pola © Marcato

SOTTO LE TORRI Il progetto Prins, dopo l’aggiudicazione dei fondi per 198mila euro a gennaio, è pronto a entrare nel vivo ad Alba, con una serie di iniziative per i senza fissa dimora. Lo sviluppo dell’iniziativa, ideata dal Comune e dal consorzio socioassistenziale di Alba, Langhe e Roero è stato affidato all’associazione Pons e al Centro di prima accoglienza della Caritas.

Spiega l’assessora alle politiche sociali Elisa Boschiazzo: «Tre anni fa, per la prima volta, ci siamo trovati a fare i conti con l’emergenza abitativa e legale, connessa al lavoro stagionale agricolo. Oggi pensiamo sia il momento di compiere il passo successivo: uscire dall’urgenza per sviluppare politiche sociali di lungo periodo. L’occasione è venuta con un bando ministeriale».

Si è deciso di non focalizzare l’attenzione unicamente sui lavoratori stagionali, ma di estenderla ai senza fissa dimora. Con l’associazione Pons, è stato costituito un gruppo di lavoro interdisciplinare, composto da due assistenti sociali, un mediatore culturale, uno psicologo e altre figure: ulteriore sviluppo consisterebbe nell’intento di creare anche una rete di avvocati per l’assistenza legale.

Spiega Emiliana Tatani, vicepresidente dell’associazione Pons: «Con questo progetto si vuole arrivare a un cambiamento culturale, affrontando una serie di problematiche che oggi esistono in città. Innanzitutto vogliamo sviluppare una sorta di osservatorio, spostandoci sul territorio per conoscere le singole situazioni». Prosegue Monica Ragusa, assistente sociale attiva nel progetto: «Anche se risultano poco o per nulla visibili, ad Alba sono diverse le persone che vivono in condizioni di emergenza, senza una casa. Non ci riferiamo soltanto ai giovani lavoratori del comparto agricolo, ma anche a soggetti italiani, soprattutto uomini ultracinquantenni che hanno alle spalle situazioni lavorative o familiari difficili».

Per questi casi il progetto Prins punta ad acquisire informazioni «per comprendere le singole situazioni e indirizzare ogni persona verso il tipo di servizio più idoneo, a seconda dei bisogni». Ragione per cui, tra gli obiettivi, c’è anche l’apertura di uno sportello dove accogliere quanti sono in difficoltà.

Venendo poi alla questione abitativa, ci si muoverà su un doppio binario: «Da un lato, il Centro di prima accoglienza della Caritas lavorerà su un’evoluzione del suo approccio, per andare oltre il concetto di dormitorio fine a sé stesso. Per esempio, tra le politiche previste dal progetto c’è anche l’introduzione della figura del portiere sociale, chiamato a occuparsi dell’accoglienza delle persone, con uno sguardo rivolto alla vita nella struttura». Restando in ambito abitativo è fondamentale il tema dell’accoglienza diffusa, come prosegue Ragusa: «Il problema delle case è ben noto, con la scarsa disponibilità dei proprietari ad affittare alloggi a persone straniere, senza dimenticare i prezzi alle stelle in città. L’indotto produttivo albese, però, offre molto e ha bisogno di manodopera, dalle fabbriche al settore agricolo: ciò che proporremo sarà una sorta di accompagnamento all’abitare, grazie alla presenza degli operatori e a una compartecipazione alle spese, così da creare maggiori garanzie. In questo modo, speriamo di iniziare ad abbattere le barriere con cui ci scontriamo ogni giorno».

Tra gli obiettivi, anche la ripresa dei tavoli di confronto su accoglienza e legalità: «Abbiamo ampliato i contatti e speriamo di arrivare a coinvolgere più enti possibili», riprende l’assessora Boschiazzo. Conclude Emiliana Tatani: «Ci piacerebbe, per favorire un cambio di prospettiva, proporre eventi in città. Pons, inoltre, ha intenzione di avviare un corso di formazione per inserire nuovi volontari interessati al settore sociale».

Per ottenere informazioni sul progetto Prince e le iniziative che lo compongono, è possibile scrivere all’indirizzo e-mail prins.associazionepons@gmail.com.

Francesca Pinaffo

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