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Emergenza idrica: la Granda cercherà delle nuove sorgenti

Perché tante società ed enti per la gestione dell’acqua pubblica nella nostra provincia?

ORO BLU Il centro incontri della Provincia di Cuneo ha ospitato, mercoledì 29 marzo, il convegno “L’acqua, una risorsa per il territorio cuneese”. Obiettivo dell’iniziativa era richiamare l’attenzione su quello che il presidente della Granda, il sindaco di Mondovì Luca Robaldo, ha definito “il problema” per antonomasia: la siccità. Lo stesso amministratore ha ricordato che «siamo la circoscrizione più siccitosa nella regione europea con la minor quantità di precipitazioni. L’ente che presiedo ha poche risorse: siamo comunque riusciti a presentare, insieme alla Provincia di Imperia, un progetto che, se finanziato dall’Unione europea, ci permetterà di ricercare falde e microfalde nelle aree alpine. Due milioni e 200mila euro è l’ammontare dei finanziamenti disponibili: a Cuneo ne potrebbero arrivare oltre 440mila».

Secondo Robaldo «gli enti pubblici hanno il dovere di educare i cittadini sul tema. La nostra partecipazione deve essere attiva: altrimenti rischiamo di essere additati come quelli che, in estate, si limitano a emettere l’ordinanza per vietare di bagnare orti e giardini». Se l’impegno di ogni persona è fondamentale nella lotta agli sprechi, occorre specificare che, in Italia, i consumi domestici incidono dal 15 al 20 per cento. Una percentuale inferiore rispetto a quella degli usi agricoli (dal 55 al 60 per cento) e industriali (dal 20 al 25).

Anche il presidente della fondazione Crc Ezio Raviola ha puntato il dito sulle responsabilità collettive. «Se il clima ormai è compromesso», ha affermato, «possiamo solo agire sulla mentalità, per evitare gli sprechi. Per le attività agricole, già nel 2015, la fondazione aveva finanziato l’invaso di Serra degli ulivi ma purtroppo è ancora tutto fermo. Ora occorre agire rapidamente e iniziare a raccogliere la maggior parte dell’oro blu disponibile. Per questo è stato finanziato, con 500mila euro, il bando “Risorsa acqua” (scaduto nei giorni scorsi, il 7 aprile ndr). L’obiettivo è cercare, in poco tempo, risorse veloci per sfruttare l’acqua disponibile. E, se possibile, trovare metodi di irrigazione più efficaci e meno dispendiosi».

Paolo Mancini, dirigente del settore acque della Regione ha evidenziato, nel suo intervento, che «le aree piemontesi in una condizione di maggiore sofferenza, per la mancanza di risorse idriche, sono le pedemontane. Ce lo dicono i dati dell’Osservatorio di distretto del Po, cui la nostra Regione partecipa insieme alle altre del Nord. La situazione di penuria è dovuta alla dipendenza dalle nevi di queste terre. In tutto il Settentrione gli invasi sono ai minimi storici e lo scioglimento non li sta rimpinguando. Data la situazione, manca addirittura l’acqua per garantire il funzionamento delle centrali idroelettriche. Ciò ci rende ancora più legati ai combustibili fossili per gli approvvigionamenti».

Davide Barile

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