Complesso San Lazzaro di Alba: dal castello medioevale alla casa della comunità

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ALBA Tra il diciottesimo e ventunesimo secolo il complesso del San Lazzaro è stato il punto di riferimento per la salute degli albesi; prima quell’angolo di città ospitava un castello medievale e nel futuro, si spera imminente, diventerà casa della comunità, ossia sede di diversi servizi sanitari.

Di tutto ciò se ne parlerà martedì 23 maggio, alle  17.30,  in sala Beppe Fenoglio (cortile della Maddalena) nel corso del convegno dal titolo: San Lazzaro: dal castello medioevale alla casa della comunità, organizzato dall’associazione culturale Giulio Parusso con la partecipazione di Asl Cn2, fondazione Ospedale Alba Bra e Comune di Alba.

Dopo i saluti di Roberto Ponzio, presidente dell’associazione culturale Giulio Parusso, il direttore e moderatore Giuseppe Gobino introdurrà il San Lazzaro nel contesto urbanistico e nella vita della città, a seguire Fabio Ambrogio, studente laureando nel corso di laurea magistrale in architettura per il patrimonio al Politecnico di Torino, illustrerà il suo saggio scientifico: “Dal castrum medievale all’ospedale settecentesco: l’architettura  storica del San Lazzaro”.

Seguirà la tavola rotonda a cui parteciperanno Giovanni Monchiero e Francesco Morabito con testimonianze sugli “ultimi cinquant’anni” di attività dell’ospedale; Bruno Ceretto presidente della fondazione Ospedale Alba Bra, con un focus sui rapporti con il Michele e Pietro Ferrero di Verduno.

Ferruccio Bianco, direttore servizi tecnici dell’Asl Cn2 parlerà dei progetti della nuova casa della comunità e l’assessore comunale ai lavori pubblici Massimo Reggio illustrerà il ruolo del Comune di Alba nel progetto.

In conclusione Massimo Veglio, direttore Generale dell’Asl Cn2 porterà il suo intervento: “Il San Lazzaro, casa della comunità, la nuova medicina del territorio e la destinazione futura del complesso”.

Un ricordo va a Giulio Parusso, a cui l’associazione è intitolata, che curò la salvaguardia della storia dell’ospedale San Lazzaro con la ricerca dei documenti, il riordino, la catalogazione e il deposito al centro studi Fenoglio di cui era direttore. Il corposo archivio comprende documentazioni sulla gestione dei fabbricati, del personale, degli eventi storici che l’hanno coinvolto, compresi gli aspetti sanitari  dal 1700 fino a circa il 1985.

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