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Crisi Egea: Iren punta a coinvolgere le banche, Dk investe sulla transizione energetica

Crisi Egea: Iren punta a coinvolgere le banche, Dk investe sulla transizione energetica

ALBA Come la stessa Egea ha ufficializzato nel tardo pomeriggio di ieri, 15 giugno, al termine del tempo utile per presentare le offerte da parte dei soggetti che avevano partecipato alla due diligence, sono due a essersi fatti avanti: la torinese Iren e il fondo Davidson Kempner european partners Llp.

Si è invece ritirata la lombarda A2a, colosso dell’energia, che nelle prime fasi sembrava essere fortemente interessata a entrare nel mercato glocal dell’azienda albese: già la richiesta di prolungamento del tempo per analizzare i conti, un mese fa, era stata interpretata come un segnale negativo. Il blitz della Guardia di finanza negli uffici di Egea, con l’ipotesi di reato di false comunicazioni sociali e quattro indagati, sembra aver determinato il passo indietro definitivo di A2a.

Le offerte

Rimangono pertanto in campo due soli nomi: per quanto riguarda Iren, ha mai nascosto l’interesse a entrare in Egea, anche se rimane da chiarire il tenore dell’offerta presentata, relativa “ad alcune attività della multiutility Egea”. L’offerta, come si legge nella nota rilasciata da Iren, prevede «il rafforzamento della società sotto il profilo finanziario e industriale, salvaguardando i livelli occupazionali e valorizzando anche il possibile coinvolgimento finanziario degli istituti bancari creditori». In pratica l’intenzione è quella di salvare Egea con la partecipazione delle banche creditrici in modo da congelare le passività con «un’esposizione finanziaria contenuta per Iren – sottolinea l’azienda – a in modo da permettere la piena conferma della guidance 2023 del Gruppo così come già comunicato ai mercati e nel rispetto dei target previsti dal Piano industriale al 2030».

A proposito del fondo Davidson Kempner, di cui non si è parlato nella prima fase, si tratta di un fondo di investimenti con sede a New York, da 38 miliardi di dollari, un raggio d’azione globale e un’attività molto florida, presente sul mercato da più di 39 anni. Nei mesi scorsi il fondo aveva già investito in Italia attraverso Thaleia holding dedicata alle infrastrutture per la transizione energetica che ha già acquisito una concessione per lo stoccaggio di gas naturale in Basilicata.

Che cosa accadrà ora?

Come ha scritto Egea nella stessa nota di ieri, le proposte verranno vagliate dagli organi competenti, con il supporto di advisors. Il primo a essere chiamato in causa sarà il Consiglio di gestione: l’assemblea, di cui fanno parte anche i Comuni che detengono quote, dovrebbe essere interpellata solo in un secondo momento, se una delle due offerte sarà ritenuta valida.

f.p.

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