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Mauro Carbone a Dogliani: «Vendiamo luoghi autentici»

Atl, in vent’anni dalle speranze al turismo d’élite
Mauro Carbone, ex direttore dell'Atl Langhe, Roero e Monferrato

L’INTERVISTA Durante il Festival della Tv di Dogliani, venerdì 2 giugno è stato presentato il libro Impossible Langhe, «romanzo turistico» scritto da Pietro Giovannini e corredato dalle fotografie di Maurizio Beucci. Il volume, giunto alla seconda ristampa, è edito dalla fondazione Radical Design di Charley e Sandra Vezza. È intervenuto anche Mauro Carbone, dal 2005 al 2022 alla guida dell’Atl Alba Langhe e Roero.

Carbone, la zona definibile come Langa, secondo Giovannini, include porzioni di Savonese, Astigiano e Alessandrino. Per lei dove si potrebbe tracciare un confine?

«Pietro sostiene che finché c’è Bormida c’è Langa. È una chiave di lettura interessante: di sicuro le Langhe non sono un’entità amministrativa. Hanno una loro natura geomorfologica: noi indigeni, quando le abbiamo sotto i piedi, ce ne rendiamo subito conto. Qualcosa, dentro di noi, ci porta ad affermare: “Qui mi sento in Langa”».

Alba, Bra, Langhe e Roero hanno lanciato la candidatura per diventare capitale italiana della cultura nel 2026. Che opportunità rappresenta?

«In Impossible Langhe è stata innovata la narrazione relativa ai nostri luoghi: lo stesso deve accadere con la candidatura. Sempre partendo da ciò che la nostra terra è, deve servire a fornire nuovi modelli culturali di interpretazione e racconto. Il comitato si è posto l’obiettivo di far crescere una maggiore consapevolezza tra i propri cittadini. Dobbiamo iniziare a valutare con attenzione l’impatto dei flussi turistici sulle nostre colline: per farlo, occorre ragionare a mente fredda. Di sicuro c’è molta gente in giro in alcuni piccoli borghi della zona del Barolo, dove gli spazi sono pochi e occorre valutare la capacità di carico. Noi ci impegneremo per permettere a chi arriva di stare bene. Ancora di più dovremo farlo con chi è qua tutto l’anno: l’eredità del turismo sul territorio e la qualità della vita dei residenti sono aspetti che meritano le dovute attenzioni».

C’è il rischio che l’onda turistica snaturi l’alta Langa?

«È la preoccupazione un po’ di tutti, noi vendiamo luoghi autentici e veri, non giocattoli inventati per essere usati da qualcuno. La narrazione turistica deve essere ben piantata nella realtà. C’è un pezzo consistente di alta Langa che sa bene cosa occorra per portare turismo, investimenti e infrastrutture. L’importante è non cercare di clonare le esperienze di Alba e della bassa Langa: sono due mondi collegati ma differenti. L’autenticità dei paesi deve mantenersi e diventare accessibile a tutti».

Domanda secca: c’è possibilità di vittoria?

«Non faccio l’allibratore o il bookmaker. Anche se, da buon langhetto, la voglia ce l’ho, è inevitabile. Chiaramente l’obiettivo di tutti noi è lavorare bene, ho notato molto entusiasmo e voglia di mettersi in gioco. Ci stiamo impegnando per proporre una candidatura forte, dai contenuti ricchi e stimolanti. Avremo tempo a presentare il dossier fino al 27 settembre».

Dopo il ventennio passato all’Azienda turistica, quali sono, oggi, le sue occupazioni principali?

«Ora faccio il libero professionista, lavoro per una serie di soggetti sia dalle nostre parti sia fuori regione, in particolare in Toscana. Doversi concentrare su posti diversi è una bella forma di arricchimento personale».

Davide Barile

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