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A Bossolasco, una panchina rossa contro le donne vittime di violenza

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Una foto d'archivio del progetto delle panchine rosse

BOSSOLASCO Prosegue il progetto delle panchine rosse a cura dei Pensionati Cisl della provincia di Cuneo. Il prossimo appuntamento sarà a Bossolasco in corso Paolo Della Valle, sabato 10 giugno, alle 10.30, dove sarà inaugurata la 18ª panchina rossa, simbolo della sfida culturale alla violenza di genere, che verrà dedicata alla memoria di tutte le donne vittime di violenza. L’iniziativa è promossa e realizzata dal Coordinamento di genere dei Pensionati Cisl cuneesi, in collaborazione con il Comune di Bossolasco.

La giornata s’inserisce nell’ambito del progetto Una panchina al mese perché un giorno solo non basta. Un progetto che presenta due peculiarità: in primo luogo l’estensione territoriale, dato che punta a coinvolgere quanti più Comuni possibili della provincia di Cuneo e, poi, il fatto che le giornate in cui si celebra l’adozione e inaugurazione vedono sempre la presenza da protagonisti degli uomini.

La mattinata avrà come ospite il primo cittadino di Bossolasco, Franco Grosso. Parteciperà inoltre l’associazione Mai+Sole nelle persone della presidente Adonella Fiorito e di Laura Vaschetto. Interverrà anche Silvia Moglia vicepresidente dell’associazione Fidapa per il distretto Nord-Ovest. Per il Comune di Alba è previsto l’intervento di Orsola Bonino, garante per i diritti delle persone con disabilità dell’Amministrazione guidata da Carlo Bo.

«La presenza attiva degli uomini in ogni tappa di questo percorso», analizza Lina Simonetti, segretaria pensionati Cisl cuneesi e ideatrice del progetto, «costituisce il valore aggiunto, insieme al coinvolgimento delle scuole. La violenza di genere non è un problema solo delle donne ma riguarda anche, se non soprattutto, gli uomini. E poi, vanno sensibilizzati i giovani: è in giovane età che ci si forma in modo più profondo. Per noi donne questa battaglia, che combattiamo da troppo tempo da sole, potrà vedere una svolta positiva solo dando agli uomini un ruolo attivo in questo percorso culturale e formando le giovani generazioni al rispetto come valore universale».

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