C’è l’accordo sulla nuova legge elettorale per il Piemonte. Le opposizioni cessano l’ostruzionismo

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POLITICA Dopo neppure due giorni di braccio di ferro, maggioranza e opposizioni in Regione hanno raggiunto un accordo sulla modifica della legge elettorale del Piemonte che verrà utilizzata per l’elezione del giugno 2024.

Finisce l’ostruzionismo delle minoranze, che in questa materia non poteva essere bloccato con il contingentamento dei tempi, e a partire da questo pomeriggio (7 luglio) si entra nel merito della riforma. In una pausa di due ore nei lavori dell’Aula, le forze del centrodestra hanno messo a punto un pacchetto di emendamenti che rivedono la proposta iniziale andando incontro a parte delle richieste delle opposizioni, a partire dall’introduzione della doppia preferenza di genere, dalla cancellazione della soglia di ingresso per i piccoli partiti che sono in coalizione e dalla garanzia di un maggiore equilibrio nei numeri fra le forze vincenti e quelle perdenti alle elezioni regionali.

Dopo neppure due giorni e un dopocena di lavori passati a fare melina con l’illustrazione e il respingimento di 91 richieste di nuove iscrizioni all’ordine del giorno sulle 530 presentate, la parola passa ora al leghista Michele Mosca, primo firmatario del provvedimento che doterà il Piemonte di una nuova legge elettorale regionale.

Alcune novità in discussione

La riforma prevede l’introduzione di un nuovo consigliere per ogni eletto che diventi assessore, il che porterebbe a otto poltrone in più per la maggioranza con il relativo aumento dei costi della politica, stimato sui 10 milioni per legislatura. Le minoranze chiedono di abolire la soglia del 4% attualmente prevista dalla proposta del centrodestra, che taglierebbe fuori i piccoli partiti, e di garantire alle opposizioni almeno 20 consiglieri sui 50 totali.

Fratelli d’Italia: «Con questa riforma il Piemonte sarà più moderno»

 «Uno strumento decisivo per accelerare la modernizzazione del Piemonte, che garantisce una maggiore governabilità e una più equilibrata rappresentanza e ascolto dei territori. Un vero cambio di marcia per disegnare il Piemonte del futuro». Così il capogruppo Fdi in Regione, Paolo Bongioanni, commenta la riforma della legge elettorale regionale varata oggi a Palazzo Lascaris.

«Insieme alla mia proposta che ha introdotto la figura dei sottosegretari – afferma Bongioanni – questa riforma è un ulteriore passo avanti per rendere più efficiente la macchina della Regione. L’incompatibilità fra la carica di assessore e quella di consigliere aumenta la rappresentatività in Consiglio regionale delle aree del Piemonte che oggi non hanno voce, migliorando l’ascolto dei territori». «La nuova legge – aggiunge – crea inoltre maggiore snellezza e libertà per l’azione del governo, che viene sgravato da obblighi di consiglio e di presenza numerica in Aula, spesso difficilmente compatibili con gli impegni sul territorio».

Un flipper per il Movimento 5 stelle contro gli 8,5 milioni di aumenti per supplenti e sottosegretari

I lavori di venerdì pomeriggio in Consiglio regionale, dove è in discussione la riforma della legge elettorale del Piemonte sono stati vivacizzati dal consigliere Ivano Martinetti, esponente del Movimento 5 stelle, che ha portato in aula un flipper giocattolo con la dicitura Flipper delle poltrone, palle infinite.

Obiettivo del pentastellato, «denunciare le storture della nuova legge elettorale del Piemonte voluta dal centrodestra». In seguito al richiamo del presidente dell’Assemblea legislativa Stefano Allasia, l’oggetto è stato fatto sparire rapidamente.

«Ho portato il flipper – spiega Martinetti – con l’obiettivo di ricordare le storie raccontate dai consiglieri di maggioranza su questo provvedimento. La nuova legge, combinata alla modifica dello Statuto, aumenterà a dismisura le spese per le nuove poltrone dei consiglieri supplenti e dei sottosegretari. L’incremento è stimato in circa 8,5 milioni di euro in più a legislatura rispetto al passato. Una legge sbagliata e con costi maggiori per i cittadini – afferma – è l’ennesimo regalo nefasto di questa giunta ai piemontesi».

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