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Disavventura di un’invalida a Verduno: manca il medico dei prelievi e nessuno mi ha avvisata

Una disabile va in ospedale, le fanno fare la coda, chiamano la guardia, non le danno il medico per fare il prelievo per due giorni di fila

Disavventura di un’invalida a Verduno: manca il medico dei prelievi e nessuno mi ha avvisata

LETTERA AL GIORNALE Gentile direttore, sono disabile e ho l’invalidità civile grave perché ho tante malattie. Ho fatto un infarto, ho un tumore alla tiroide e un tumore alla mammella, ho una malattia ai polmoni, la bronchite cronica e devo tenere l’ossigeno tutto il giorno. Non riesco a camminare perché ho male dappertutto e giro con la carrozzina elettrica.

Il 20 giugno sono arrivata all’ospedale di Verduno presto, perché dovevo fare un prelievo venoso e un prelievo nell’arteria per i gas nel sangue. Mi sono alzata presto, ho preso il pullman alle 7.30 e sono arrivata per prenotare gli esami al Cup. C’era una coda incredibile e non ho preso il numero perché quando vado ad Alba a fare il prelievo mi fanno passare subito senza biglietto. Ho fatto così anche quella mattina ma le ragazze allo sportello mi hanno detto che dovevo fare la coda e che solo le donne in gravidanza potevano non fare la coda. lo mi sono arrabbiata perché le donne incinte non sono malate, mentre i disabili non possono stare a fare la coda.

Sono una persona che quando si arrabbia dice cose esagerate e anche quella mattina mi sono arrabbiata molto, perché una di quelle signorine mi ha detto che erano solo le 8 ed era solo martedì, non voleva sentire nessuna ragione e io mi sono messa a piangere nella sala d’aspetto.

A un certo punto ho visto arrivare una guardia e ho capito che era proprio per me. Io mi sono offesa moltissimo: una donna come me in carrozzina e con l’ossigeno, che cosa potevo fare? Mica avrei ucciso qualcuno! Non mi era mai successo, neanche i criminali hanno un tale trattamento.

Dopo la guardia è arrivata la signora dell’Urp e, grazie a lei, mi hanno fatto passare subito. Sono andata a fare il prelievo, quello nella vena me l’hanno fatto subito e poi la signora che attacca le etichette ha chiamato il medico ma, mentre parlava, ho capito che c’erano dei problemi, lei mi ha detto che non c’era il medico e che non era possibile fare l’altro prelievo.

Invece che ad Alba sono dovuta andare a Verduno perché il prelievo nell’arteria lo fanno solo lì, al martedì e al giovedì. Sono partita da Alba apposta e non sono riuscita a combinare niente anche perché la bombola di ossigeno è piccola e non dura per tanto tempo. Anche lì mi sono arrabbiata molto, perché la signora delle etichette mi diceva che mi dovevo calmare e più mi diceva così e più io mi arrabbiavo, tanto il secondo prelievo non me l’hanno fatto. Sono andata via e mi sono detta che sarei tornata giovedì.

Giovedì 22 giugno ho di nuovo preso il pullman al mattino presto e sono salita a Verduno, questa volta sono andata direttamente nella sala dei prelievi senza passare dal Cup, ma mi hanno detto che il medico non c’era.

Ho ricominciato a urlare e gli ho detto che sarei andata all’Urp, la signora che mette le etichette mi ha detto che l’avevo aggredita e io a rispondere che li aggredivo perché non facevano il loro lavoro: potevano avvisarmi il martedì che anche giovedì dopo non avrei avuto il medico, almeno così non tornavo per niente.

Sono andata all’Urp e la signora dell’ufficio ha chiamato il direttore, mi hanno ascoltata e mi hanno detto che dovevo fare una relazione scritta. Qual è la causa di tutto quello che è successo? Una disabile va in ospedale, le fanno fare la coda, chiamano la guardia, non le danno il medico per fare il prelievo per due giorni di fila. La sanità non tutela i cittadini, questa è la causa.

Paolina Procopio

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