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La mitezza di Dio con chi ha la zizzania nel cuore

Le parabole evangeliche più semplici sono le più difficili da mettere in pratica, perché non lasciano spazio a scappatoie di comodo

PENSIERO PER DOMENICA – XVI TEMPO ORDINARIO – 23 LUGLIO

Le parabole evangeliche più semplici sono le più difficili da mettere in pratica, perché non lasciano spazio a scappatoie di comodo. Pensiamo a quella del buon samaritano, con la conclusione lapidaria: «Va’ e fa’ anche tu così». Lo stesso vale per la parabola del buon grano e della zizzania (Mt 13,24-43) proposta in questa domenica d’estate, tempo di mietitura. La tesi è lapidaria: la separazione tra buon grano e zizzania, tra bene e male la farà Dio. E la farà alla fine! Questo è lo stile di Dio, messo in risalto anche dalla prima lettura (Sap 12,13.16-19).

La mitezza di Dio con chi ha la zizzania nel cuore
La parabola del grano e del loglio, interpretata dal pittore Orfeo Tamburi, opera del 1978.

In che modo Dio si prende cura di tutto. Ce lo rivela l’autore del libro della Sapienza, un gioiello della letteratura giudaica scritto in greco, ad Alessandria d’Egitto. Dio si prende cura di tutto e di tutti, ma non si impone con la forza; al contrario, giudica “con mitezza” e governa “con indulgenza”. Non è ingiusto, perché fa così con tutti: fino all’ultimo, concede a tutti la possibilità di pentirsi. Dio però non è un “buonista” che non sa distinguere il bene dal male. Ce lo ricorda la parabola della zizzania.

Dio accetta la complessità della storia, dove il bene e il male, il buon grano e la zizzania crescono fianco a fianco. Rifiuta la tentazione integralista o manichea di separare nettamente bene e male, buoni e cattivi. La motivazione rivela una ottima conoscenza della vita di campagna: Gesù sa benissimo che le radici del grano e della zizzania sono intrecciate a tal punto che sradicando l’una si sradica anche l’altro. Sant’Agostino, nella monumentale opera De civitate Dei, ha spiegato che nella società e nella storia, bene e male affondano le loro radici nel cuore dell’uomo, di ogni uomo. La presenza e la minaccia della zizzania non esimono dal compito di seminare e coltivare il grano, di lavorare all’edificazione del Regno. Lo ha ricordato papa Francesco con la motivazione della scelta del nuovo prefetto della Congregazione per la dottrina della fede: sono finiti i «tempi in cui, anziché promuovere il sapere teologico si perseguivano possibili errori dottrinali. Quello che mi aspetto da lei è qualcosa di molto diverso»: seminare il grano, non sradicare la zizzania!

Dio crede nella forza del seme e del lievito. Gesù lo ricorda attraverso la parabola del granello di senape, «il più piccolo di tutti i semi, che, una volta cresciuto… diventa un albero». Ecco la radice della pazienza di Dio in atto. Con questa convinzione anche noi possiamo continuare a seminare, senza mai perdere la speranza.

Lidia e Battista Galvagno

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