Il Movicentro di Bra resta deserto: non bastano minerali e fiere

Il complesso non trova una funzione specifica nel quadro dei trasporti pubblici e non attira iniziative per la scarsa efficienza nel regolare il clima all’interno

BRA Una cattedrale nel deserto. O quasi. Il Movicentro braidese risulta vuoto e inutilizzato per la stragrande parte dell’anno.

Si configura come un terminal di tipo medio; l’edificio si sviluppa su 4.200 metri quadrati di superficie, che comprendono il fabbricato viaggiatori, le aree esterne per il movimento e per la sosta degli autobus e la zona destinata al parcheggio dei veicoli. Nel tempo si sono susseguite diverse idee progettuali per il suo impiego, che però non hanno mai trovato concretizzazione.

È indubbio che alcuni grandi eventi – le prime edizioni di Bra’s festival della salsiccia, la fiera di Pasquetta, il salone Io lavoro della Regione Piemonte, l’esposizione Geobra e i convegni che sporadicamente si organizzano in città – trovano una sede adeguata nella struttura ma il complesso non ha mai avuto una sua fisionomia specifica. Tra i motivi che ne fanno una scatola vuota ci sono le criticità strutturali legate alla gestione delle temperature interne (caldo estivo e freddo invernale) e alla scarsa insonorizzazione degli ambienti, che devono essere risolte per poterlo fruire in modo intenso e continuativo.

Il Movicentro di Bra resta deserto: non bastano minerali e fiere

A tal proposito Luigi Capocchia, presidente della sezione locale di Confartigianato, aveva proposto di creare una squadra di artigiani che si facessero carico di trovare la soluzione ai problemi del raffrescamento e del riscaldamento ma, al momento, non si è avviato alcun lavoro di miglioramento.

Un pensionato braidese, proprio in questi giorni, suggeriva di spostare all’interno del Movicentro il bar osteria Chiosco (se ne parla anche a pagina 59), il cui fabbricato è situato proprio di fronte, che si potrebbe poi abbattere, per creare una viabilità decisamente più fluida in una zona in cui convergono bus urbani, extraurbani, pendolari e pedoni, trovandosi spesso in mezzo a ingorghi oppure a code chilometriche.

Lo stesso pensionato faceva notare che aveva sempre sentito dire che il Movicentro era stato costruito per migliorare i collegamenti tra i sistemi di trasporto, in particolare tra bus e treno con particolare attenzione ai percorsi pedonali, che prima della sua realizzazione risultavano a contatto con traffico motorizzato e poco sicuri.

Curioso che, dopo un sopralluogo, datato giugno 2018, da parte della Regione Piemonte, anche i funzionari del settore Gestione dei trasporti e delle infrastrutture conclusero la loro relazione tecnica con queste considerazioni: «Riguardo al fabbricato ristrutturato del Movicentro, destinato a usi commerciali e servizi, considerato che al momento del sopralluogo risulta non utilizzato, è lecito chiedere informazioni all’Amministrazione comunale in merito alla ragione per cui la struttura, ultimata nel 2007 con un ingente investimento regionale, circa 2,2 milioni assieme a 800mila euro del Comune di Bra, resta inutilizzata sia come biglietteria e sala d’aspetto dei servizi di trasporto pubblico extraurbano e sia come spazio adibito a esercizi commerciali, espositivi e di ristoro così come previsto da progetto finanziato».

  Valter Manzone

Dal progetto del 2002 all’inaugurazione di sei anni dopo

LA STORIA È stato il primo a essere realizzato in provincia: il Movicentro braidese, struttura multifunzionale sorta a fianco della stazione ferroviaria raccordando la partenza degli autobus con numerosi altri servizi collegati al trasporto pubblico, venne ceduto da Rfi, azienda che si occupa dell’infrastruttura ferroviaria nazionale, al Comune con un contratto di comodato gratuito fino al 2040.

La storia di questa struttura iniziò nel lontano 2002, anno in cui si presentò il primo progetto esecutivo, curato dallo studio Progei di Cuneo, che faceva capo all’ingegner Giuseppe Meinardi, ufficio che ha poi curato anche le successive fasi progettuali. Nel gennaio 2004 venne formalizzata la gara d’appalto, alla quale parteciparono dodici aziende. Vinse l’associazione temporanea tra le ditte Triolet costruzioni ed Ecogas energia, entrambe di Aosta. I lavori iniziarono a maggio di quell’anno e andarono avanti, non senza molteplici difficoltà, anche di ordine geologico (una falda acquifera non mappata venne incontrata mentre veniva realizzato lo scavo per la costruzione del locale interrato), fino al mese di novembre 2006, con una spesa complessiva di poco superiore ai 4 milioni di euro.

Poco tempo dopo venne aperta la piazza antistante, dedicata ai Caduti di Nassirya, che ospita un parcheggio da una settantina di posti auto graditi dai pendolari.

Il 20 dicembre 2008 venne inaugurato ufficialmente, alla presenza dell’allora presidente della Regione Mercedes Bresso e dell’assessora regionale alla montagna Bruna Sibille, oltre che del senatore Michelino Davico e di tutta l’Amministrazione braidese, capitanata dal sindaco Camillo Scimone. L’edificio consta di quattro locali al pian terreno, mentre il piano superiore è composto da un ampio open space.   

v.m.

I candidati prevedono usi diversi: un oratorio o ristorante

IDEE E PROGRAMMI Sul futuro del Movicentro abbiamo interpellato i candidati sindaco. Massimo Somaglia (centrodestra) ha detto: «L’attuale Giunta ha deliberato interventi per la riqualificazione energetica, che se verranno attuati renderebbero fruibile la struttura. L’edificio potrebbe essere dedicato ad attività commerciali con anche ristorazione e un bar al piano terra».

Somaglia prosegue: «Qui si innesta la questione del contratto di locazione del Chiosco, che sappiamo essere in scadenza a metà 2025: la sua risoluzione aprirebbe di fatto questo scenario. Oltre alla biglietteria dei bus vedrei bene un presidio della Polizia locale per controllare una zona molto a rischio. Al piano superiore immaginiamo una zona riservata a incontri e conferenze».

Sul Movicentro il sindaco in carica Gianni Fogliato spiega: «Grazie al finanziamento regionale del bando Strategie urbane d’area, l’Amministrazione dispone dei fondi per sistemare gli impianti del complesso. Realizzeremo un piccolo spazio per la biglietteria dei mezzi su ruote e poi lo adibiremo a luogo, importante, per la gestione di eventi al chiuso».

Fogliato dice: «Sarà un polo di politiche giovanili, sempre presidiato da educatori e animatori, per renderlo una sorta di oratorio laico in cui ragazze e ragazzi si possono trovare per scambiarsi idee, divertirsi e fare formazione». Poi conclude: «In questo modo, oltre a garantire sicurezza, possiamo realizzare le sollecitazioni nate dalla Consulta giovanile e dai gruppi di adolescenti con i quali abbiamo interloquito di recente».   

v.m.

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