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Disordini nel carcere di Cuneo. Agente ricoverato in ospedale

Disordini nel carcere di Cuneo. Agente ricoverato in ospedale

CUNEO Disordini sono avvenuti nel tardo pomeriggio di sabato 11 novembre nella casa circondare di Cuneo: alcuni detenuti, ristretti al reparto isolamento, hanno distrutto completamente le celle e hanno anche appiccato un incendio. Alcuni detenuti hanno anche mimato il tentativo di impiccarsi con cappi rudimentali ricavati dalle lenzuola.

L’immediato intervento dei poliziotti penitenziari ha evitato il peggio ma un agente è rimasto intossicato ed è stato trasportato con l’ambulanza al pronto soccorso dell’ospedale di Cuneo.

Anche un detenuto è stato trasportato all’ospedale per le necessarie cure poiché nel corso dei danneggiamenti si è auto ferito.

È quanto riferisce il segretario generale del sindacato Osapp – Organizzazione sindacale autonoma Polizia Penitenziaria, Leo Beneduci: «Quanto accaduto è di una gravità inaudita e la situazione nel carcere di Cuneo, come quella della altre carceri del distretto del Piemonte, è esplosiva e potrebbe portare in ogni momento a eventi irrecuperabili mentre gli istituti di pena dell’intero territorio nazionale sono vere e proprie polveriere pronte a incendiarsi al minimo problema».

La casa circondariale di Cuneo è finita nelle ultime settimane al centro delle polemiche per un’inchiesta a carico di 23 agenti, accusati di violenze su alcuni detenuti di origine pakistana. I poliziotti sono indagati ma restano in servizio: da parte della procura non è stata formulata nessuna richiesta di misura cautelare.

Nelle ultime due settimane sono state segnalate due diverse aggressioni ai danni del personale. In un’occasione, un recluso aveva colpito un agente con un pugno, sempre all’interno del reparto isolamento. Il giorno successivo due detenuti avevano devastato un corridoio dopo aver rifiutato di rientrare in cella.

Il reparto isolamento del carcere dove ieri mattina è scoppiata una violenza protesta «era un inferno, i detenuti si erano barricati nelle proprie celle, e ci aspettavano con i bastoni per non farci passare e spegnere il fuoco». Lo riferisce Diego Bottin, delegato della Uilpa penitenziari.

«I detenuti hanno tirato di tutto al vicecomandante tra cui un pezzo di legno appuntito a due centimetri dalla testa, in quel momento pur di salvare i detenuti e spegnere i focolai di incendio abbiamo seriamente messo a rischio la nostra vita. Crediamo – prosegue Bottin – che questi eroi ormai stufi di un’amministrazione penitenziaria che continua ad ignorare ulteriormente il fatto che il carcere di Cuneo non sia idoneo a ospitare tanti detenuti con caratteristiche di ingestibilità. Alcuni detenuti presenti in isolamento avevano già messo in atto diversi episodi gravi. Queste sono notizie vere e incontestabili che danno la cifra del disagio che si vive al Cerialdo di Cuneo e nelle carceri italiane. Servono riforme complessive che reingegnerizzino il sistema d’esecuzione penale, rifondino l’amministrazione penitenziaria e ridisegnino l’architettura del corpo di Polizia penitenziaria: questo – conclude il delegato di Uilpa – chiediamo al Presidente Meloni e alla Ministro Nordio, non è più tempo di pannicelli caldi».

Ansa

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