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Fondazione Crc. Ezio Raviola: «Abbiamo fatto bene il bene della comunità»

Abbiamo individuato le tre sfide che hanno segnato questo mandato: +Sostenibilità, +Comunità, +Competenze. Tre parole chiave per affrontare le grandi trasformazioni che caratterizzano questo periodo

IL COLLOQUIO Un patrimonio per la comunità con un valore di mercato di 1,9 miliardi di euro, in crescita del 30 per cento dal 2020; 139 milioni di erogazioni, incrementati del 74 per cento rispetto agli 80 previsti dal piano 2020-24; sostegno a 6.600 progetti promossi da 1.700 enti: sono i dati emersi dal bilancio di mandato della fondazione Cassa di risparmio di Cuneo – «una delle istituzioni filantropiche più apprezzate a livello nazionale», come ha sottolineato il presidente Ezio Raviola –, presentato a Cuneo il 23 gennaio scorso. Alla vigilia del rinnovo del Consiglio di amministrazione e del Consiglio generale, il documento, consultabile anche on-line al sito www.fondazionecrc.it, fotografa la gestione del patrimonio, oltre che l’attività progettuale ed erogativa. Al qualificato parterre del teatro Toselli è stato presentato anche un racconto «emozionale», scaturito dallo sguardo di alcuni partner e beneficiari di contributi. La performance Camminare insieme è stata realizzata in collaborazione con Pem – Potenziali evocati multimediali –, per la regia di Gabriele Vacis e Roberto Tarasco.

Fondazione Crc. Ezio Raviola: «Abbiamo fatto bene il bene della comunità»
Il presidente della fondazione Cassa di risparmio di Cuneo Ezio Raviola è al centro della foto, scattata al teatro Toselli di Cuneo: lo vediamo con il suo staff e i giovani di Pem che hanno recitato guidati da Gabriele Vacis e Roberto Tarasco.

Ha spiegato il presidente: «I numeri di grande impatto del bilancio di mandato fotografano un’istituzione capace di rispondere alle esigenze del territorio, stimolandone la crescita e l’innovazione. Sono cifre che evidenziano il lavoro realizzato insieme alla mia squadra, dando seguito e facendo crescere idee e progettualità pensate con Gianni Genta (l’ex presidente, presente in sala, che ha lasciato dopo aver combattuto a lungo con il Covid-19, ndr): un risultato che condivido con i colleghi del Consiglio di amministrazione, del Consiglio generale e del Collegio sindacale, insieme a tutto lo staff».

Con l’occasione, abbiamo intervistato Ezio Raviola.

Quanto è stato importante l’input culturale già impresso da Giandomenico Genta, presidente Raviola?

«Gli anni di presidenza di Gianni Genta hanno modificato profondamente la fondazione, dandole una spinta alla proattività e all’innovazione, interpretando un nuovo ruolo dell’ente in rapporto con il suo territorio. Il resoconto che abbiamo presentato include molte iniziative che si sono concretizzate proprio a partire dal programma approvato a inizio mandato: da presidente della fondazione sono orgoglioso dei risultati raggiunti».

Ne citi uno in particolare.

«Il caso emblematico è quello del Rondò dei talenti a Cuneo: nato come intervento di rigenerazione, è un luogo di comunità, frequentato e “fatto proprio” da tantissimi ragazzi che lo hanno eletto ad area di ritrovo e studio, dalle famiglie, dalle scuole che partecipano alle iniziative formative. Un risultato che consegniamo alla comunità provinciale e che siamo riusciti a realizzare nonostante le tante difficoltà (pandemia e rincaro delle materie prime, per esempio)».

Ma c’è di più nel suo bilancio di mandato, vero?

«A fianco delle iniziative progettuali, dobbiamo sottolineare l’ottimo rapporto di collaborazione costruito con Intesa Sanpaolo: ha garantito alla fondazione Crc una crescita importante del patrimonio e un più che significativo rafforzamento della capacità erogativa, mentre sta offrendo all’area opportunità inedite in molti campi, con iniziative di grande respiro, dalla cultura alla sanità».

Lei ha parlato, riferendosi ai collaboratori, di un gruppo di persone che sanno operare di concerto per la fondazione e di conseguenza per il territorio: è un concetto che qualsiasi impresa dovrebbe fare proprio. Ma come si fa a metterlo in pratica?

«Da uomo di sport credo nella forza della squadra, più che dei singoli. In questo mandato la fondazione Crc ha realizzato un rapporto di condivisione con il territorio provinciale e un gioco di équipe anche interno, con i consiglieri e tutto lo staff, che ci ha permesso di realizzare iniziative di grande impatto. Mi perdoni il bisticcio di parole, ma abbiamo saputo fare bene il bene della comunità: partendo dal dialogo con i nostri stakeholder e dai risultati dell’attività di analisi, abbiamo individuato priorità, necessità e realizzato interventi condivisi. La fondazione ha saputo crescere, passando da semplice “bancomat del territorio” a soggetto che pianifica e progetta con una visione strategica di lungo periodo, per essere motore di sviluppo e innovazione sociale. La cabina di regia, che ci vede impegnati insieme a Provincia, Camera di commercio e principali istituzioni per disegnare il Piano strategico Cuneo 2030, rappresenta il nuovo ruolo che la fondazione Crc ha assunto in questi anni».

Alla luce della sua esperienza da imprenditore, oltre che da presidente della Crc, che cosa pensa possa essere utile allo sviluppo della provincia in una fase d’innovazione come l’attuale?

«Nel 2020 abbiamo individuato, nel nostro Piano pluriennale, le tre sfide che hanno segnato questo mandato: +Sostenibilità, +Comunità, +Competenze. Tre parole chiave per affrontare le grandi trasformazioni che caratterizzano questo periodo e che fanno emergere nuovi bisogni e sfide inedite. Sono certo che la fondazione, a partire dalla capacità di analisi e di ascolto, saprà individuare le nuove priorità per la propria attività. Mettendo al centro l’innovazione, che da sempre caratterizza la nostra attività».

Maria Grazia Olivero

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