Gli agricoltori protestano in Europa. Anche Coldiretti Cuneo è a Bruxelles

Tra le richieste lo stop ad import sleale, l’incremento dei fondi Pac e la reciprocità delle regole

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BRUXELLES  Dall’agricoltura italiana nasce una filiera agroalimentare allargata che sviluppa un fatturato aggregato pari a oltre 600 miliardi di euro nel 2023 messa a rischio dalle politiche folli dell’Unione europea. È quanto emerso dall’analisi Coldiretti, diffusa in occasione della prima mobilitazione con gli agricoltori da tutta Europa, dove è presente in forze Coldiretti Cuneo con una folta delegazione di giovani imprenditori e dirigenti insieme al presidente provinciale, Enrico Nada, al Direttore, Fabiano Porcu, e a tutti i presidenti e i direttori della Coldiretti del Piemonte. Su un grande striscione si legge “Stop alle follie dell’Europa” ma gli agricoltori esibiscono anche cartelli con “Basta terreni incolti!”, “Stop import sleale”, “Prezzi giusti per gli agricoltori”, “No farmers no food”.

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Il presidente nazionale Ettore Prandini insieme al presidente di Coldiretti Cuneo Enrico Nada

Le esportazioni agroalimentari made in Italy nel 2023 hanno raggiunto il record di 64 miliardi di euro con un balzo del 6% secondo le proiezioni Coldiretti sui dati Istat sul commercio estero relativi al 2023.

«Siamo a Bruxelles in maniera pacifica – spiega Enrico Nada, presidente di Coldiretti Cuneo – perché siamo la più grande organizzazione agricola europea e abbiamo il dovere di trasformare le proteste in proposte concrete affinché non vengano strumentalizzate per interessi lontani da quelli dei nostri agricoltori. Chiediamo che sull’import ci sia un netto stop all’ingresso di prodotti da fuori dei confini Ue che non rispettano i nostri stessi standard di qualità. Non possiamo più sopportare questa concorrenza sleale, che mette a rischio la salute dei cittadini e la sopravvivenza delle imprese agricole. Importante la deroga, ma serve la cancellazione dell’obbligo di lasciare incolto il 4% dei terreni destinati a seminativi imposto dalla Pac (Politica agricola comune) per invertire la rotta rispetto alle follie dell’Ue poiché non ha senso impedire agli agricoltori di non coltivare quote dei loro terreni, quando poi si è costretti a importare, come sosteniamo da anni. In occasione della crisi Ucraina avevamo ottenuto una deroga, la nuova bozza di deroga che la Commissione sta proponendo va corretta perché contiene troppi vincoli. È ora che l’obbligo venga eliminato definitivamente. Le future istituzioni europee devono iniziare fin da subito a riflettere su come adattare la prossima Pac alle rinnovate esigenze di redditività e competitività delle imprese agricole nel nuovo scenario internazionale che richiede all’Unione di sostenere la propria capacità produttiva nell’agroalimentare.

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La delegazione cuneese davanti alla sede dell’Europarlamento

«Le sfide attuali e quelle future – aggiunge Fabiano Porcu, direttore di Coldiretti Cuneo – impongono scelte ambiziose in termini di bilancio dell’Unione che dovrà riconoscere il ruolo centrale del settore agroalimentare se vogliamo mirare ad una sempre maggiore sovranità alimentare a livello europeo per garantire cibo sicuro per i nostri cittadini. Serve un cambio di passo rispetto al recente passato. Non ci può essere più spazio per politiche ideologiche che hanno penalizzato i nostri agricoltori. L’Europa deve investire nella propria autosufficienza alimentare, respingendo modelli omologanti come quelli del cibo artificiale e riconoscendo il ruolo di presidio dell’ambiente che le imprese agricole svolgono ogni giorno. La nostra battaglia in Europa continuerà in maniera forte e continuativa con proposte per il futuro degli agricoltori».

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