Caporalato nelle vigne di Langa coinvolte 9 persone, sequestrati 11 veicoli, identificati 40 lavoratori

Caporalato nelle vigne di Langa coinvolte 9 persone, sequestrati 11 veicoli, identificati 40 lavoratori 3

ALBA Il caporalato nelle vigne delle Langhe c’è: a dirlo, dopo i molti articoli scritti da Gazzetta d’Alba sul tema nel corso degli anni ora sono, con le loro indagini, la Procura di Asti e i Carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro di Cuneo e i colleghi di Bolzano inquadrati nel Comando tutela del lavoro di Milano.

I militari dell’Arma hanno hanno eseguito una ordinanza di misura cautelare interdittiva e hanno vietato l’esercizio dell’attività professionale o imprenditoriale nei confronti di 9 persone (4 macedoni, 4 albanesi e 1 tunisino) resesi responsabili di caporalato e di aver occupato alle proprie dipendenze lavoratori non in regola con il soggiorno in Italia. L’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Asti, su richiesta della Procura della Repubblica prevede anche il sequestro preventivo di 11 veicoli, furgoni e pullmini, usati dai caporali per trasportare i lavoratori.

Gli inquirenti hanno individuato a carico dei 9 indagati, diverse condotte delittuose:

  • reiterata corresponsione di retribuzioni palesemente difformi dai contratti di lavoro (6 euro all’ora) anche con trattenute alla fonte per il costo di trasporto;
  • mancata osservanza della normativa relativa a orari di lavoro, permessi, ferie e riposo;
  • mancato rispetto della normativa in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro;
  • sottoposizione dei lavoratori a condizioni e metodi di lavoro degradanti (sorveglianza a vista e minaccia di non retribuzione in caso di minimo errore).

L’attività investigativa è stata avviata nel mese di aprile 2023 dopo l’attività ispettiva condotta congiuntamente da Carabinieri, ispettori per il lavoro e mediatori culturali dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni) nell’ambito del contrasto al caporalato e al lavoro irregolare in agricoltura. Veniva così individuato un quadro diffuso di sfruttamento lavorativo ad Alba e nelle Langhe a forte vocazione vitivinicola, a danno di cittadini extracomunitari in stato di bisogno reclutati sulle piazze e prelevati con pulmini o autovetture da parte di datori di lavoro contoterzisti.

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Lo sviluppo delle indagini condotte mediante l’ascolto delle vittime di sfruttamento e servizi dinamici sul territorio permettevano di ricostruire la rete di sfruttamento classico in agricoltura ovvero che da un luogo di concentramento dei lavoratori, gli stessi venivano prelevati e trasportati a cura dei caporali, titolari di aziende agricole di lavoro conto terzi, per l’impiego in condizioni di sfruttamento in aziende agricole operanti nei vigneti delle province di Cuneo, Asti e Alessandria.

Sono stati identificati ben 40 lavoratori vittime di sfruttamento (14 Gambia, 4 Senegal, 1 Ghana, 3 Macedonia, 3 Tunisia, 1 Pakistan, 1 Nigeria, 1 Guinea, 4 Egitto, 2 Albania, 3 Marocco, 1 Gabon, 2 Bangladesh) e per 30 di loro, ricorrendone le condizioni, è stato chiesto e ottenuto il nulla osta al rilascio del permesso di soggiorno per grave sfruttamento lavorativo e in parte sono stati presi in carico dal Sistema accoglienza integrazione in località italiane lontane da Alba, luogo dello sfruttamento, per l’inserimento lavorativo in diverse realtà imprenditoriali. Tra questi vi erano anche quelli che avevano trovato riparo in accampamenti di fortuna lungo il fiume Tanaro.

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