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Salvatore Zito è il nuovo direttore del Servizio d’igiene dell’Asl Cn2 (INTERVISTA)

La medicina deve avere una dimensione spirituale: se ne parla a Verduno 1

VERDUNO Sarà annunciato mercoledì 24 aprile alle 14.30 presso l’ospedale Ferrero di Verduno il nuovo direttore della struttura complessa del Servizio di igiene e prevenzione dell’Asl Cn2 Salvatore Zito. Con lui abbiamo parlato, sulle pagine di Gazzetta d’Alba, della possibilità di una nuova pandemia. 

Dottor Zito, esiste un pericolo pandemico?

«La definizione di pandemia si applica quando entra in scena un patogeno sconosciuto in grado di passare direttamente da uomo a uomo, senza trovare ostacoli immunitari, dal momento che è sconosciuto al nostro sistema. Non è il caso del virus del morbillo, per esempio, che è un’infezione peraltro in grado di produrre delle complicanze molto gravi come la polmonite e l’encefalite, causando una cinquantina di morti ogni anno: uno ogni 10mila persone colpite».

Anche l’Organizzazione mondiale della sanità ha messo in guardia in merito a possibili nuovi eventi pandemici. Come valuta questa posizione?

«La posizione dell’Oms è condivisa da tutta la comunità medico-scientifica: la domanda non è se arriverà un’altra pandemia. La domanda è quando. In subordine, la seconda questione è se, nel frattempo, saremo riusciti a predisporre le necessarie contromisure per affrontare una nuova crisi. Il mondo sta cambiando velocemente. Chi mai avrebbe immaginato solo venti anni fa che avremmo avuto a che fare con malattie tropicali come dengue, febbre del Nilo, malaria? Sono patologie trasmesse da vettori che mai avremmo pensato di trovare a queste latitudini. Eppure, il cambiamento climatico sta creando habitat molto confortevoli anche per le zanzare tropicali».

Dottore, quali virus o batteri potrebbero essere i protagonisti di una prossima pandemia?

«In questo momento nessuno lo può dire, forse neppure immaginare. L’ipotesi più accreditata continua a guardare con sospetto i virus influenzali per la loro capacità di mutare rapidamente, ma il Sars-Cov-2 ha dimostrato che il pericolo è arrivato da un’altra direzione, provocando sette milioni di morti in tutto il mondo. La sorveglianza immunologica sui virus influenzali resta in ogni caso molto attenta anche per quanto dimostrato in passato con la Spagnola e l’Asiatica negli anni Sessanta. La comunità scientifica internazionale lavora in modo coordinato, condividendo dati, osservazioni e aggiornamenti sui farmaci e sui vaccini. Personalmente penso e spero che passeranno ancora molti anni prima dell’arrivo di una nuova pandemia. Il nostro dovere è farci trovare pronti nel momento in cui dovesse riguardarci. Ma abbiamo ancora bisogno di tempo».

Per quale motivo?

«Perché il Covid-19 ha segnato profondamente la società, la sanità, le risorse, il personale, le strutture sanitarie. La nostra capacità di risposta, in questo momento, non sarebbe ottimale di fronte a un’altra emergenza come quella affrontata nel 2020».

Beppe Malò

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