Il ricordo di Cesare Giaccone: «dolcemente aspro come il suo rarissimo aceto»

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Foto di Beppe Malò

LUTTO È mancato nei giorni scorsi all’età di 77 anni Cesare Giaccone, artista della cucina di Albaretto che lo scorso anno era entrato a far parte della Hall of fame del premio Ancalau dopo aver chiuso la sua carriera, lunga quasi 50 anni, al ristorante di Fontanafredda. Ne pubblichiamo un emozionante ricordo.

100 cipolle al sale, dipinto di Cesare Giaccone

Quanto è difficile ricordare una persona di cui, sbagliando, si pensava di sapere tutto o quasi. Cesare, perché per tutti è stato Cesare e basta, è stato il profeta che – per primo – ha pensato che a far grande la cucina delle nostre colline potesse essere proprio il superamento delle sue colonne d’Ercole. Quella classicità ancora oggi canonica che per lui fu solo il punto di partenza per un viaggio, non sempre facile, nella vita e nella proposizione di cose nuove eppure dalle radici profonde e antiche.

Pensate alla straordinaria semplicità delle sue cipolle cotte nel sale che dipinse anche sulla tela insieme al suo pick up bianco e alle strade bianche dei primi contrafforti dell’alta Langa. Cesare, e non poteva essere diversamente, è stato un personaggio quasi rinascimentale: dall’ingegno multiforme, curioso, sperimentatore coraggioso, contaminatore senza paura, uomo di certezze e quindi di molte fragilità.

Foto di Beppe Malò

Nel suo locale di Albaretto Torre sono passati personaggi eccellenti, buongustai appassionati, curiosi di tutto il mondo attratti dal genius loci che stupiva posando la carne sulle pietre del forno, che maneggiava funghi e tartufi come un prestigiatore, che mescolava tradizione e nuovi percorsi seguendo un istinto innato e non un percorso pianificato.

Cesare ha esplorato con passione molti rami di quel grande delta che è la nostra fantasia. Con lo stesso entusiasmo ha avvicinato la scrittura, la pittura esplorando ad occhi spalancati tante novità. Ha imbottigliato il suo rarissimo aceto, dolcemente aspro come in fondo era lui. Con le sue contraddizioni e, forse, qualche errore. Ma chi non ne commette. E a chi non si perdona.

Beppe Malò

 

 

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