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Sta per aprirsi il processo smog a Torino, Mezzalama: «Un risultato storico»

Il procedimento contro sindaci e assessori torinesi nasce da un esposto del 2017 del comitato Torino respira all’indomani dell’istituzione degli ecoreati

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INQUINAMENTO L’udienza pre-dibattimentale di giovedì 4 luglio dovrebbe confermare un risultato storico: il primo processo in Italia per inquinamento ambientale colposo. Citati a giudizio tutti gli amministratori comunali e regionali che dal 2015 al 2019 hanno avuto una responsabilità nella tutela della qualità dell’aria della città di Torino. Tra questi gli ex sindaci Chiara Appendino, Sergio Chiamparino e Piero Fassino, oltre a diversi assessori come Matteo Marnati e Alberto Valmaggia, già primo cittadino di Cuneo.

Il “processo smog”, così battezzato dalla stampa, nasce da un esposto del 2017 del comitato Torino respira all’indomani dell’istituzione degli ecoreati contro l’ambiente. L’obiettivo del procedimento è dimostrare la responsabilità pubblica nei disastrosi livelli d’inquinamento dell’aria nel capoluogo piemontese.

Abbiamo chiesto qualche informazione a Roberto Mezzalama, ingegnere ambientale e guida del comitato Torino respira, costituitosi parte civile insieme a Greenpeace e Isde Italia.

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Roberto Mezzalama

Mezzalama, perché molti casi non sono arrivati al processo e voi forse sì?

«Credo per la solidità tecnica e giuridica del nostro lavoro, corroborato da quello dei pubblici ministeri. C’è da dire che gli ecoreati sono stati istituiti nel 2015, per cui fino al 2018 era difficile portare avanti cause».

Cosa volete dimostrare?

«Nel momento in cui esiste una normativa che impone dei limiti, c’è anche un obbligo di risultato. Questo principio è sempre stato sottovalutato dalle Amministrazioni, che li ha considerati solo linee guida. Le condanne all’Italia da parte della Corte europea di giustizia ci danno una misura della violazione e il fatto che non siano state individuate responsabilità precise per noi è un problema».

Chi le dovrebbe avere?

«Il sindaco è responsabile della salute dei cittadini, perché questo dice la normativa sugli enti locali, la Regione è invece titolare della posizione di garanzia attraverso i piani di qualità dell’aria, quindi concorrente. Sono i due livelli dai quali ci si deve aspettare che venga fatto tutto il possibile, mentre secondo noi siamo molto lontani».

Torino è comunque nelle classifiche per smog da molto tempo…

«Come tutte le città della pianura Padana si trova in una situazione complicata dal punto di vista morfologico. Ma questo non vuol dire che si è giustificati a impegnarsi di meno o a non fare nulla. È come se il sindaco di Helsinki dicesse che non spala la neve perché nevica tanto tutti gli anni.  Semmai si organizza, sapendo che avrà sicuramente costi più alti di città come Palermo su questo fronte».

 Lorenzo Germano

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